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Non è sempre uno scherzo

Sicuramente ognuno di voi sa cos’è la presa in giro e l’ha sperimentata.  

In generale l’aspetto offre spunti di cattiveria e derisione: si viene presi in giro per il fisico (se si é troppo magri o grassi,  troppo alti o bassi), ma anche per come ci si veste e sulle marche che si usano o non si usano, sul taglio di capelli, per non parlare degli occhiali o degli apparecchi ai denti.

Poi c’è la presa in giro sullo studio: se si studia troppo o poco, se si sbaglia a leggere o un  esercizio, se si prendono voti bassi ma anche se invece sono alti…

Secchione, quattr’occhi, mongolo, deficiente, scemo,  stupido, asino, grassa, balena, scheletro, povera, il  doppio mento alla totó… 

Ma sapete che la presa in giro può degenerare e trasformarsi in bullismo?  …

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A difesa della legge: L. Sciascia e L. Garlando

La scorsa settimana, a conclusione di un percorso di conoscenza sul fenomeno della mafia, abbiamo letto in classe un brano tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia “Il giorno della civetta” e assistito nell’auditorium della scuola alla rappresentazione teatrale “Qui non si vendono più bambole”, messa in scena dalla compagnia OltrePalco. Sia il testo narrativo che quello teatrale – ed il libro di L. Garlando “Per questo mi chiamo Giovanni” a cui il testo teatrale è ispirato – trattano di mafia, ma da due punti di vista diversi.

Del brano di Sciascia, che riporta la famosa scena dell’interrogatorio del boss Don Mariano Arena, ci ha colpito molto la lucidità con cui il comandante Bellodi denuncia la triste verità di un mondo che, prima di questo percorso formativo a scuola, ci era quasi totalmente sconosciuto.…

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