L’illusione della felicità: Leopardi e i social

Come tutti gli alunni di terza media, quest’anno abbiamo studiato la vita e le opere di Giacomo Leopardi. Bel divertimento! – potrebbe pensare qualcuno. Beh, noi ci siamo divertiti e appassionati, tanto che abbiamo pensato di scrivere un podcast: vi va di leggerne la sceneggiatura in anteprima?

Intervistatore: Cosa sarebbe mai potuto accadere se l’infelice Leopardi fosse stato catapultato nella società moderna? E se i suoi personaggi fossero stati dei teenagers contemporanei? Carissimi ascoltatori, è proprio di questo che parleremo nel nostro nuovo podcast. Davvero non vedo l’ora di iniziare: perciò… diamo il benvenuto a Giacomo Leopardi! Ciao Giacomo! Come te la passi?

Leopardi: Ave, amico! Beh, diciamo che ho vissuto giorni migliori… ma anche peggiori, a dire il vero! Sai com’è: quando la tua filosofia ruota attorno all’infelicità umana, di certo non c’è da aspettarsi giornate di sole, né tantomeno arcobaleni.

Intervistatore [ridendo]: Ovvio! Proprio la risposta che mi aspettavo! Del resto sappiamo tutti come la pensi… e nessuno si sarebbe mai sognato, da parte tua, un benché minimo accenno di ottimismo. Ad ogni modo, prima di entrare nel vivo, vorrei annunciare ai nostri ascoltatori che qui, assieme al mitico Giacomo, ci sono alcuni tra i suoi personaggi più famosi: di sicuro, però, vi sembreranno ben diversi da come avete imparato a conoscerli sui libri di scuola, in quanto tutti hanno subito le “mutazioni”, anzi, le mutilazioni, dell’era digitale. Leo, ce li presenti?

Leopardi: Senz’altro! A farmi compagnia, oggi, ci sono la mia adorata Silvia, con i sogni infranti della sua giovinezza; la donzelletta del mio “Sabato del villaggio”, che ormai da secoli vive nella perenne attesa della domenica; il mio alter-ego, vale a dire l’infelice pastore errante dell’Asia che, con lo sguardo rivolto al cielo, non smette di interrogarsi su quale sia il senso della vita; e infine l’onnisciente luna, colei a cui il pastore rivolge le sue domande esistenziali.

Intervistatore: Il tutto, ovviamente, rivisitato in chiave contemporanea! Allora: siete pronti ad ascoltare ciò che Silvia, la nostra nuova influencer, assieme alla sua sis Donzelletta, sta per dirci? Si parte!

[Musica]

Leopardi [Con un tono triste]: Ave, amici! Non videtur inter se in sæcula sæculorum! Quomodo valetis?

Luna: Hey, bro! Ma che sono ste’ parole? Siamo nel XXI secolo: parla il nostro slang!

Leopardi: Ah, per Dante! Che diavolo ti è successo, Luna? Come parli? E cosa vuol dire “slung”?

Pastore: Slang, Giacomo! Si dice slang! Persino le mie pecore lo sanno! Lo slang è il linguaggio dei giovani.

Leopardi: noto con sommo piacere che la lingua italiana ha subito un’evoluzione… Come dire?… Affascinante!

Silvia: scusate! Io e la mia sis influencer, la qui presente donzelletta, per intenderci, vorremmo registrare un tik tok… e c’è un chiasso infernale: per favore, fate un po’ di silenzio!

Leopardi: oh, Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltà splendea ne…

Donzelletta: E dai, Leo! A recitare nel teatro, per favore… non qui dentro.

Intervistatore: Su, ragazzi: volevo solo ricordarvi che stiamo registrando… e se proprio dovete litigare, fatelo fuori, non ora, in studio. Allora, parliamo di questa storia dei social media. Leo, tu non li conosci minimamente, ma credo ti sia giunto all’orecchio che oggi praticamente tutti pubblichiamo continuamente foto filtrate delle nostre vite e cerchiamo approvazione con like e commenti, anche se a volte sortiamo l’effetto contrario e così, invece di sentirci gratificati, rischiamo di cadere in depressione. Mi sembra si tratti di un tema proprio nelle tue corde!

Leopardi: Lascia che dica la mia: questi vostri “social” mi sembrano la versione “tech” delle illusioni di cui parlavo 200 anni fa! I vostri social sono come specchi deformanti: promettono una felicità che non possono mantenere. L ‘uomo insegue continuamente la felicità, ma è condannato a non raggiungerla mai… Anche il mio amico Foscolo ne sa qualcosa…

Silvia: Scusate se mi intrometto, ma questa storia dei social mi fa tornare in mente proprio ciò che Giacomo scrisse di me: ero giovane, piena di speranze, ma poi… bum! “All’apparir del vero” tutto è svanito!

Intervistatore: Cosa intendi dire? Ci puoi spiegare meglio, Silvia?

Silvia: Certo! Giacomo mi descriveva così: “Sonavan le quiete stanze, e le vie dintorno, al tuo perpetuo canto, allor che all’opre femminili intenta sedevi”. Ero felice, cantavo, sognavo un futuro radioso. Ma poi la realtà ha fatto irruzione nella mia vita, proprio come succede quando scorro il feed di Instagram: vedo vite perfette e poi guardo la mia…

Leopardi: Esattamente! E cosa scrivevo poi? “O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? Perché di tanto inganni i figli tuoi?” Le promesse di felicità non vengono mai mantenute, né dalla natura, né dai vostri social.

Intervistatore: Forte! E tu, donzelletta, cosa ne pensi? Vuoi dire la tua?

Donzelletta [con tono vivace]: Io rappresento l’attesa, la preparazione alla festa! Nel “Sabato del villaggio” torno a casa con il mio “mazzolin di rose e viole”, tutta contenta perché l’indomani è domenica. Ma Giacomo ci spiega che il bello è proprio nell’attesa, non nella festa in sé! Infatti io, come tanti altri influencer, pubblico i miei video di sabato ed attendo la domenica per vedere quanti like ho ricevuto.

Leopardi: Giusto! “Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia”. Il sabato è il giorno più bello, non la domenica. Il piacere sta nell’attesa, nell’immaginazione.

Donzelletta: È esattamente come con le notifiche dei social! L ‘attesa del “ding”, l’eccitazione prima di vedere quanti like abbiamo ricevuto… ma poi la soddisfazione dura pochissimo e ricomincia il ciclo. Nell’ultimo video ho ricevuto 20.000 like in 2 giorni… ma adesso… solo pochi like! Sono così triste!

Intervistatore: Cavolo! Mi dispiace! Adesso, invece, vorrei rivolgermi al pastore: qual è il tuo punto di vista in merito a questa discussione? Ho saputo che sei riuscito a rimanere immune alla “transumanza digitale” che invece sembra aver sconvolto la vita delle tue colleghe. Eppure, se non mi sbaglio, mi è sembrato di vedere su Instagram il profilo di una tua pecora: non è che ci nascondi qualcosa?

Pastore errante [con voce malincolica, sospirando]: Io? Non ho nulla da nascondervi! Ma devo dire che ciò di cui ha parlato la mia cara donzelletta, in un certo senso mi ricorda quello che chiedo continuamente alla luna: “Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna?” Cerchiamo risposte ovunque, ma il vuoto rimane.

Luna [con voce eterea]: Oh, pastore mio! Mi fai sempre le stesse domande esistenziali! ” A che tante facelle? che fa l’aria infinita, e quel profondo infinito seren?”. Scrollando i post sui social cerchiamo risposte… ma dobbiamo rassegnarci al fatto che non le troveremo mai.

Intervistatore [ridendo]: Luna, sei davvero spietata! Ma devo dire che hai ragione! Leo, nel “Canto notturno” il pastore si interroga di continuo sul senso della vita, vero?

Leopardi: Esatto! E si chiede anche: “Ed io che sono?”. Non vi ricorda la crisi d’identità di chi misura il proprio valore dai… come si chiamano… like ricevuti online? Proprio come donzelletta…

Donzelletta [con tono insoddisfatto e quasi malinconico]: Hai ragione…

Pastore: La mia vita è un continuo vagare, proprio come il tuo scrollare senza fine. “Ove tende questo vagar mio breve, il tuo corso immortale?” Siamo naufraghi nell’infinito, ma, mentre io guardo il cielo stellato, voi fissate come tanti stupidi lo schermo del vostro smartphone, lasciando che vi accechi anche di notte!

Intervistatore [ridendo]: Colpito e affondato! Ma quindi, Leo, cosa consiglieresti ai tuoi personaggi e ai nostri ascoltatori riguardo i social?

Leopardi [sorridendo ironicamente]: Guarda: io, che sono stato il re del pessimismo cosmico, vi direi di non farvi illusioni. I social sono come la natura: promettono felicità ma portano delusione.

“E quando miro in cielo arder le stelle, dico fra me pensando: a che tante facelle?” Sostituisci “stelle” con… com’è che le chiamate… “notifiche” ed eccoci qui!

Silvia: Ma forse possiamo trarre una lezione positiva! Le mie illusioni infrante insegnano a non costruire la propria felicità su fantasie irrealizzabili, sia che si tratti di sogni giovanili o di una vita perfetta su Instagram.

Donzelletta: E ricordate che l’attesa può essere più bella del risultato! Godetevi il processo invece di concentrarvi solo sul traguardo… o sul numero di follower!

Leopardi: Ristagra… follouei… ma perdincibacco! Che termini diabolici sono questi?!

Silvia: Giacomo, lasciatelo dire: sei proprio un boomer! Tornatene a Recanati! Subito! Adesso!

Luna [con saggezza]: Mi permettete di dire la mia, adesso? Io sono qui da millenni e ho visto passare mode e civiltà. Ho assistito ai radicali cambiamenti dell’era digitale e, diciamo che, seppur controvoglia, anch’io son dovuta entrare nel mood… ma credo che i vostri social siano solo l’ultima illusione di una connessione che l’uomo, da sempre, cerca disperatamente.

Pastore: Non per questo, però, dovete rassegnarvi: non smettete mai di cercare risposte autentiche e, soprattutto, non accontentatevi di quelle preconfezionate dei social. Anzi, continuate a fare, e a farvi, domande… proprio come faccio io! “Che vuol dir questa solitudine immensa? ed io che sono?”

Luna: a pastò, io però me sò rotta de sentì ste’ domande! Sò secoli che cerchi sempre le stesse risposte… e nun le trovi mai!

Intervistatore: Che chiacchierata incredibile! Quindi, ricapitolando: Leopardi aveva già capito tutto duecento anni fa! L ‘illusione della felicità, sia quella promessa dalla natura sia quella dei social media, porta inevitabilmente alla delusione. Ma, forse, possiamo usare questa consapevolezza per vivere in modo più autentico.

Leopardi [con un sorriso saggio]: Esatto! Come scrivevo nel “Sabato del villaggio”: “Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo’; ma la tua festa ch’anco tardi a venir non ti sia grave”. Godetevi il momento, non vivete solo per i like futuri!

Intervistatore: Grazie mille a tutti voi! E voi, cari ascoltatori, prima di mettere like a questo podcast, tenete bene a mente il consiglio del nostro amico Giacomo. Perciò stasera distogliete un po’ lo sguardo dallo schermo del telefonino e contemplate la luna: magari, se siete fortunati, risponderà alle vostre domande… proprio come ha fatto oggi!

Luna [con voce divertita]: Non contateci troppo, però! Ho già il mio bel da fare col

pastore!

[Tutti ridono]

Intervistatore: Alla prossima puntata! E ricordate: anche nel pessimismo leopardiano

c’è più autenticità che in mille selfie filtrati!

Asia Franciosa, Niccolò Lorusso

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