Il 10 ottobre si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale, una ricorrenza che offre l’opportunità riflettere su un tema fondamentale spesso trascurato: il benessere psicologico.
Quando pensiamo alla salute, la nostra mente corre subito al benessere fisico, invece per stare veramente in salute dobbiamo stare bene nel corpo e nella mente.
Parlare di salute mentale è molto importante per tutti, ma soprattutto per noi adolescenti, che siamo in una fase di crescita e quindi più fragili anche sotto l’aspetto psicologico.
Purtroppo gli adulti raramente parlano con noi di disagio mentale. Alcuni di loro, infatti, considerano questo argomento come un tabù, altri come qualcosa che non ci riguarda, altri ancora come qualcosa che può turbarci e che quindi pensano di tenere lontano da noi con il silenzio.
È come se alcuni “dei nostri adulti” ancora portassero il peso di un’idea antica, quasi medievale, che considera i disagi mentali qualcosa da nascondere, da non mostrare agli altri per paura del giudizio o dello stigma sociale. Questa idea ci colpisce profondamente, perché nel 2024 non dovremmo più avere paura di chiedere aiuto mai e perché è proprio il silenzio che peggiora le cose…
Il malessere psicologico che proviamo noi ragazzi è generalmente di due tipi: il primo deriva da qualcosa che non va bene nelle relazioni con gli altri, ad esempio problemi di rendimento scolastico, litigi tra i genitori, divorzi, oppure un cattivo rapporto con qualcuno della famiglia. Sicuramente la motivazione più importante, comunque, è il disagio nei rapporti con i nostri coetanei: durante l’adolescenza, infatti, è fondamentale far parte di un gruppo e quando ci sentiamo ignorati o esclusi, facilmente cadiamo in uno stato di profondo malessere.
Il secondo tipo di disagio psicologico è quello che non ha una causa precisa e per questo è quello che ci fa più paura: magari va tutto bene ma noi ci sentiamo male, in ansia, sbagliati, inadeguati, fuori contesto, isolati…
Il pericolo maggiore è che a volte ci abituiamo ad uno stato di malessere psicologico e certi stati d’animo diventano la nostra “normalità”. E’ come se il peggio sia già accaduto, sia già parte di te e non ti faccia più neppure stare male, tanto ti sei abituato a conviverci.
Come affrontare queste difficoltà?
Innanzitutto non nascondendole, ma condividendole con chi pensiamo possa capirle e di cui ci fidiamo.
Se derivano dal rapporto con gli altri, possiamo riflettere su come migliorare le cose e cercare una soluzione attraverso il dialogo. Se non dipendono dagli altri, forse è più complicato… In ogni caso è fondamentale dedicarci a qualcosa che ci faccia stare bene: leggere, disegnare, fare sport, stare con gli amici, prenderci del tempo per noi.
Se le cose non migliorano, dobbiamo rivolgerci ad uno psicologo che sicuramente ci aiuterà ad eliminare il disagio che proviamo.
Purtroppo non tutti hanno la disponibilità economica per pagare uno psicologo, però, quindi sarebbe davvero utile averne uno a scuola.
E. Belviso, E. Bottiglieri, S. Iamele, V. Maino, S. Pinto, I. Zaimi
disegni di S. Iamele, M. Nuccio e E. Belviso