Una domenica al museo

Domenica 29 settembre ho visitato per la prima volta la Pinacoteca di Bari.

L’occasione si è presentata quando ho saputo che il 28 e il 29 Settembre di quest’anno si celebrano le Giornate Europee del Patrimonio, durante le quali  è possibile visitare i musei gratuitamente, per incoraggiare le persone ad avvicinarsi ai musei e ai luoghi di cultura.

Appena entrata, mi sono sentita circondata da decine di quadri.

Prima di percorrere il nostro “viaggio” ho partecipato con altri bambini a un piccolo laboratorio, organizzato da due guide.

Abbiamo realizzato una bussola di cartone come se fossimo degli esploratori.

Poi ci hanno dato una mappa e abbiamo incominciato il percorso.

La Pinacoteca è stata fondata nel 1800. Essa è stata dedicata a un pittore di Molfetta di nome Corrado Giaquinto. La guida ci ha detto che prima c’erano 12 sale, ma poi col tempo ne sono state aggiunte altre 6.

Con l’aiuto della mappa e della bussola abbiamo percorso tutte le 18 sale. Siamo partiti dalla prima che accoglieva opere del 1200 e siamo arrivati alla diciottesima, che corrispondeva al 1900.

Io mi aspettavo che nella Pinacoteca ci fossero solo quadri, ma sono rimasta stupita quando ho visto sculture di ogni tipo, vasi di qualsiasi materiale, vestiti antichi del regno di Napoli dell’Ottocento, teste di demoni che spaventavano gli spiriti  e persino un  presepe napoletano del Settecento. Le opere d’arte che mi hanno colpito di più sono state quella di Pino Pascali, che rappresentava delle pozzanghere e quella di Raffaele Beliazzi, una statua di un fanciullo in terracotta. La prima opera mi ha colpito perché l’artista ha rappresentato una cosa che nessuno si sarebbe aspettato, perché in effetti è molto comune imbattersi in una pozzanghera per strada, ma nessuno aveva pensato di farne un’opera d’arte. La  seconda, che si intitola “Il riposo”, mi ha colpito perché rappresenta un pastorello addormentato su un tronco in un bosco come se fosse il suo letto: questo ragazzo era molto stanco perché aveva appena finito di lavorare. Mi ha sorpreso il fatto che nell’epoca in cui è stata realizzata quell’opera i bambini lavorassero. Ho capito che, ogni volta che la mattina ci lamentiamo perché dobbiamo andare a scuola, dovremmo pensare al piccolo pastorello che ogni mattina si doveva alzare prestissimo e lavorare tutta la giornata da mattina a sera.

È stato bellissimo fare questa esperienza, quindi a quelli che amano l’arte ma anche quelli che non la amano consiglio di andare a visitare la Pinacoteca.

Agnese Frigerio.

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