Prima parte
Con l’espressione “Club 27” si intende quel gruppo di artisti che hanno fatto la storia della musica rock e che sono morti all’età di ventisette anni quando erano all’apice del loro successo.
La teoria più accreditata ipotizza che le loro morti sospette siano collegate e che siano avvalorate soprattutto dalla circostanza che in ognuno dei loro nomi e cognomi è presente la lettera J o dal presunto patto col diavolo fatto da Robert Johnson.
Tuttavia, la storia di questa maledizione non appare sostenuta da nessun fondamento scientifico. Infatti, i veri motivi del decesso di questi artisti in giovane età sembrano riconducibili all’abuso di alcol e sostanze stupefacenti.
Robert Johnson è ricordato come uno dei più abili chitarristi di genere blues, però c’è chi sostiene che all’inizio della sua carriera avesse una scarsa tecnica chitarristica. Secondo molte voci, il musicista donò ad un uomo vestito di nero la sua anima in cambio di virtuosistiche doti da chitarrista. La sua morte è avvolta da un alone di mistero, ma l’ipotesi più avvalorata è quella dell’avvelenamento. Infatti, la sera del 16 agosto 1938, Johnson doveva suonare con la sua band, ma prima del concerto bevve una bottiglia di whisky già stappata. Era stato avvertito in precedenza di non bere qualcosa di già aperto, ma aveva ignorato il consiglio e aveva bevuto una seconda bottiglia, quella fatale.
Nonostante ciò, il suo certificato di morte specifica solamente che il chitarrista sia morto perché i medici non lo hanno soccorso in tempo. Ad oggi non è stato possibile effettuare un’autopsia, poiché è difficile identificare la tomba originale visto che ce ne sono tre con il nome di Robert Johnson.
Successivamente, tra il 1969 e il 1971, avvengono altre morti sospette.
Brian Jones, fondatore della band Rolling Stones, era già stato arrestato due volte per possesso di marijuana e di altre sostanze stupefacenti e, essendo sempre più fragile, iniziò ad evitare gli incontri della band per registrare le canzoni e così fu rimosso dal gruppo.
Fu ritrovato morto alla mezzanotte del 3 luglio 1969 nella sua piscina dopo che aveva assunto droghe e alcol. Anche se la sua fidanzata sosteneva l’ipotesi dell’omicidio commesso da uno degli operai che dovevano ristrutturare la casa, fu accertato che questi avevano solo rubato molti oggetti di valore dalla proprietà del cantante.
Jimi Hendrix, uno dei principali innovatori nell’uso della chitarra elettrica nella musica rock, fu trovato senza vita il 18 settembre 1970 nel suo appartamento a Londra. Non è stato chiarito se all’arrivo della polizia fosse ancora vivo o se sia morto in ambulanza, ma è stato soffocato da un improvviso conato di vomito, dopo l’assunzione di un cocktail di alcol e tranquillanti.
Janis Joplin, definita la più grande voce blues della storia del rock, fu ritrovata morta 18 ore dopo il suo decesso in un hotel di Los Angeles il 4 ottobre 1970 e l’autopsia stabilì che la causa della morte accidentale era da attribuire all’overdose di eroina. Terminava così la vita, vissuta pericolosamente facendo uso di droga e alcool, di una giovane donna dominata dal complesso del sovrappeso e che cercava rifugio nella musica. La sua morte permise al suo manager di intascare i soldi derivanti da un’assicurazione sulla vita, mentre le sue ceneri furono sparse nell’Oceano Pacifico.
Ma la storia del Club 27 non finisce qui…
Arianna Manfredi