La tristezza è un’emozione molto diffusa, caratterizzata da sentimenti di disagio, malinconia o infelicità. Può essere scatenata da tantissimi fattori (eventi stressanti, perdite, delusioni o cambiamenti significativi nella vita di una persona) e può manifestarsi in modi diversi per persone diverse, variando anche in intensità e durata. Questa emozione, ovviamente, è particolarmente nota a noi adolescenti poiché viviamo un periodo di forti cambiamenti fisici, emotivi e sociali ed è normale che spesso ci sentiamo tristi. Le cause che possono scatenare la tristezza sono legate alle esperienze emotive intense, allo sviluppo dell’autostima, alle relazioni sociali, allo stress scolastico… Ma quali possono essere i rimedi alla tristezza? Cosa facciamo di solito noi giovani quando siamo tristi? Molti di noi si rifugiano nell’affetto dei propri genitori, perché a volte sono davvero le uniche persone che ci capiscono, che ci sono vicine e che ci permettono di recuperare la nostra serenità e la nostra voglia di uscire da noi stessi. Anche i nostri amici possono esserci di conforto, soprattutto quando ci aiutano a sdrammatizzare o a vedere il lato positivo delle situazioni, visto che la tristezza, al contrario, ingigantisce tutti i lati negativi delle cose e ci convince che tutto attorno a noi è grigio e privo di senso. Alcuni giovani, quando sono in preda ad un “attacco” di tristezza, si sfogano con il pianto: le lacrime solcano i loro visi tracciando sentieri salati lungo le guance, ma spesso sono liberatorie e servono a spazzare via dalla mente i brutti pensieri che sembrano dominarla. Altri adolescenti cercano di dedicarsi ad attività piacevoli come fare sport, ascoltare musica, leggere, disegnare, dipingere, guardare una bella serie tv, dedicarsi ai propri hobby e interessi.
Insomma, anche se la tristezza può entrare spesso nella nostra vita di adolescenti, ci sono molti modi per scacciarla via. E quando proprio non riusciamo a farlo, dobbiamo ricordarci che essa è un’emozione come tutte le altre e che è ugualmente necessaria alla nostra crescita: non dobbiamo averne paura, ma dobbiamo imparare ad affrontarla e a gestirla in modo costruttivo riflettendo sulle nostre esperienze e confrontandoci con gli altri.
M. Costantini, G. Dentuto, E. Ladisa