Lunedì 4 marzo, abbiamo avuto la possibilità di vedere il film “Ready player one”, proiettato per la prima volta sul grande schermo nel 2018.
Nel film vengono inseriti richiami agli autori di molte opere cinematografiche entrate nella storia come “cult” del cinema.
Alla fine dello spettacolo e con l’aiuto di un moderatore e delle docenti presenti, ha avuto luogo un dibattito su elementi presenti nella pellicola: la Delorean di Ritorno al futuro usata come auto dal protagonista, il tirannosauro di “Jurassik Park” e “King Kong”, dall’omonimo film del 1933, che fungono da ostacoli nel percorso per la ricerca delle chiavi per vincere la gara. Ready player one trabocca di informazioni ed elementi che ogni persona può interpretare diversamente, in base all’età o a quello che più conosce.
L’opera prende spunto da un libro intitolato”Player one”di Ernest Cline, che contiene tantissimi richiami agli anni ‘80, periodo in cui è vissuto lo scrittore .
L’idea del romanzo però non è stata del tutto rispettata: il film contiene sia elementi antecedenti agli anni ‘80 sia altri successivi alla scrittura del libro come il gigante di ferro che appare in una pellicola animata del 1999 e che ritroviamo in varie scene: il risultato è una corsa sulle montagne russe, talmente spettacolare da riempire occhi e cuore e da trasportarti direttamente là con il protagonista.
“Conoscere il passato per vivere il presente”: come in “Ritorno al futuro”, una macchina del tempo non va solo indietro, ma anche avanti, per cui questo film riempie le nostre giovani menti di conoscenza, utile per i giorni a venire e per la nostra immaginazione.
Abbiamo sperimentato un “gioco” che è contemporanemente ludico e ricerca di mondi magnifici nei quali trovare quello perfetto e l’eroe che può salvarlo, idea che a noi ragazzi piace tantissimo, ci siamo entusiasmati e disperati insieme al protagonista che ci ha tenuto incollati alla storia che scorreva sotto i nostri occhi, la cosa più bella è stata quella di scoprire che molti di noi avevano già avuto modo di vedere il film ma l’abbiamo rivisto con piacere segno che i sogni e il gioco aiutano a diventare grandi.
Luigi Parisi