Nello spettacolo teatrale “La bambina librata” ci sono solo due attrici che interpretano tutti i personaggi della storia: non cambiano gli abiti di scena, ma cambiano il tono della voce a seconda del personaggio che devono interpretare. La scenografia è semplice: un telo come sfondo e il palco arredato solo con dei libri e due sedie, che vengono utilizzate per far capire che l’ambientazione del racconto è cambata.
La bellezza dello spettacolo è affidata non solo al testo, ma alla straordinaria bravura delle due attrici!
Adele, la bambina librata, a soli tre anni sa leggere un libro intero: è una bambina molto intelligente e curiosa, a cui piace tantissimo leggere tantissimi libri.
La sua famiglia non apprezza la sua intelligenza, anzi ne sembra infastidita. La mamma pensa solo a guardare la TV, a giocare a poker con le amiche e a cercare di “stirarsi” le rughe del viso, il padre pensa solo a cucinare, a fare soldi e a cercare di insegnarlo al figlio maschio, che è il suo preferito.
Fortunatamente Adele avrà accanto a sé la signora Lana, la bibliotecaria, e la sua maestra, che la aiuteranno a capire quanto vale.
Lo spettacolo, che è tratto dal romanzo “Matilde” di Roald Dahle, è molto divertente, riesce a coinvolgere tutto il pubblico e affronta il tema della lettura e, secondo me, anche della diversità.
Adele è una bambina unica e diversa da tutte le altre persone perché legge tanti libri. Anche nella realtà, oggi, quando una ragazza ama la lettura, capita che venga considerata “diversa”, “con i calzini spaiati”, invece viene reputata normale se guarda Tik Tok e i libri li vede come una perdita di tempo.
Strano, no?!
Elena Bottiglieri