Si fa presto a parlare di adolescenza sui manuali, ma poi è difficile spiegare veramente quello che si prova e si nasconde dentro di noi. E’ un turbinio di emozioni.
Sento tutto e non sento niente allo stesso momento.
A volte è come se vedessi tutto bianco o tutto grigio, sono poche le volte in cui vedo tutto nero, ma quando succede mi sento persa. Come il Titanic che si è scontrato contro l’iceberg o i biscotti che se inzuppati troppo, cadono nel latte. Mi sento accecata dal buio e dal negativo e la mia mente inizia a vagare nei mille pensieri.
Da adolescente posso dire che non è facile. Non è facile svegliarsi la mattina e avere già la mente piena, decisamente troppo piena. Ogni giorno c’è quella vocina in testa che non smette mai di urlare: paranoie, ansie e paura non ci lasciano in pace nemmeno per un minuto.
Perché sono così? “Lei è più bella”, “Lei è più magra”, “Lei è migliore”.
Non riusciamo mai ad apprezzare e ad essere fieri di noi stessi.
Versiamo lacrime e lacrime, e urliamo a squarciagola, ma “siamo solo adolescenti”. Se ci lamentiamo del carico eccessivo di studio ci dicono “L’abbiamo fatto tutti”, e se ti sfoghi ti dicono “ Ti capisco”. Ma non è vero.
Nessuno può capirci, nessuno può capirmi.
Nessuno può capire com’è soffrire per la scuola e i voti, e non rendere mai fieri se stessi e i propri genitori.
Nessuno può capire com’è tornare a casa con il cuore pesante e scoppiare a piangere chiedendoci “Perché a me? Ho solo 13 anni…”.
Nessuno, tranne chi ne soffre, capisce com’è soffrire di attacchi di panico ed essere tutti i giorni mangiati da un’ansia inspiegabile.
Nessuno capisce com’è vedere l’unica certezza che si ha, la famiglia, sfaldarsi.
So che non sono l’unica e che ci sono persone che soffrono molto più di me, ma ciò non significa che il mio malessere debba essere sminuito.
Si, forse sembro esagerata, ma nessuno sa cosa provo, sento, e soprattutto cosa mi porto dentro.
Siamo tutti bravi con le parole, pronti a puntare il dito e a giudicare gli altri. Troviamo ogni difetto possibile in una persona e lo portiamo alla ribalta per renderlo al massimo del suo negativo. Ma non abbiamo il diritto di farlo, perché ognuno di noi ha una storia e di certo non la conosciamo.
Pochi sanno che io stessa alle elementari sono stata vittima di bullismo. Non voglio descrivere come mi sentivo, ma raccontare questo potrebbe dare forza agli altri, soprattutto a quelli più insicuri. E’ passato tanto tempo e bisogna pensare al presente. Vorrei solo dire che anche se vediamo tutto al negativo, in ogni cosa c’è del positivo. Chi soffre cresce, e io sto crescendo. Così, anche grazie al male che ho provato, adesso il mio carattere si è formato.
Nessuno potrà mai veramente capire come ci sentiamo, ma non è per questo che ci dobbiamo abbattere.
Alla fine passa.
Alla fine, siamo solo adolescenti.
Margherita Minafra
Disegni di Silvana Buttiglione (Le parole del mondo degli adolescenti); Alessandra Cascione (La vita di una ragazza in due situazioni, una felice e una triste); Margherita Minafra (Adolescente in gabbia tra le emozioni)