Martedì 28 novembre, presso la Biblioteca Gaetano Ricchetti di Bari, alla presenza di un folto pubblico di ragazzi e adulti, Lucia Schiralli ha presentato il suo “Manzoni pop”.
E’ stato un pomeriggio davvero molto bello (bello bello, ci verrebbe voglia di dire) che la scrittrice ha regalato alla platea di giovani e adulti riunitisi per l’occasione.
” Poi dicono che i giovani non amano leggere…!” ha sottolineato con un grande sorriso. E ha iniziato a rispondere con pazienza alle tante domande che le abbiamo rivolto, arricchendole di aneddoti, curiosità, riflessioni che hanno invogliato tutti a leggere o rileggere il celebre romanzo di Alessandro Manzoni.
Abbiamo saputo che lei è un’insegnante e scrive anche libri e articoli. Ma, ci dica, voleva fare l’insegnante o la scrittrice?
In realtà mi piacciono e mi piacevano entrambe le professioni, anche se la vera passione della mia vita è l’insegnamento: voi ragazzi siete la parte bella di quello che sarà il mondo in futuro, e noi insegnanti abbiamo la grande fortuna e il privilegio di avervi accanto ogni giorno.
Tra quelli che ha scritto, qual è il “suo” libro?
Non ho scritto tanti libri, ma solo tre; il terzo sta per uscire. Il primo è un albo illustrato, e in questo albo ci sono in qualche modo i miei figli. Inoltre gli sono molto legata anche per l’affetto che mi unisce alle persone che mi hanno permesso di pubblicarlo, alle quali devo tutto dal punto di vista professionale.
Ecco, forse non è esatto dire che è il mio preferito, ma è quello al quale sono legata da ricordi meravigliosi. Manzoni pop è il mio secondo libro: Manzoni è l’amore della mia vita dal punto di vista letterario e penso che I promessi sposi siano il romanzo più bello della letteratura italiana. Il terzo libro è una fiaba distopica ma ancora non è stato pubblicato e che spero che possiate leggerlo presto.
Perché tra le tante possibilità ha scelto di parlare de I Promessi Sposi, un’opera che, diciamo la verità, noi ragazzi spesso consideriamo un po’ pesante?
Eh sì, I Promessi Sposi sono un’opera corposa, articolata, e alcuni pensano che l’amore fra Renzo e Lucia sia un amore lontano da quello di oggi: i due giovani non si baciano, non si abbracciano, non fanno nulla di quello che oggi associamo all’amore. Mi approprio delle parole della mia alunna Francesca, la quale mi ha giustamente fatto notare che quando ci sono i problemi non servono “le smancerie” ma serve guardare in faccia la realtà, proprio come fanno Renzo e Lucia.
Inoltre, io penso che questo romanzo sia uno di quelli più “idonei” a spiegare tanti aspetti del mondo, e poi ci sono personaggi meravigliosi… C’è la Monaca di Monza che ha sofferto tanto, e Lucia che è il vero motore del romanzo, c’è l’Innominato… la possibilità di andare avanti anche se ci sono problemi grandi. Si può imparare tantissimo dai Promessi Sposi! E poi la lingua è strepitosa: Manzoni ci ha dato la lingua che è la nostra lingua.
Il titolo del suo libro è molto interessante, ma volevamo chiederle perché ha deciso di definire Manzoni con questo termine: pop?
Per prima cosa voglio sottolineare che la copertina l’ha realizzata la mia collega del cuore, vostra insegnante, Paola Campa, nella parola “pop” ha utilizzato tanti colori diversi, vedi?!
“Pop” è usato nel senso di “popolare”, perché attraverso queste mie pagine cerco di avvicinare i lettori all’opera di Manzoni in un modo diverso dalla lettura tradizionale.
Faccio una piccola parentesi per ricordare agli adulti presenti in sala ciò che diceva Umberto Eco, e cioè che l’unico limite dei Promessi Sposi è che viene studiato a scuola, dove noi insegnanti spesso non siamo capaci di farlo amare. Anche per me è stato così: a scuola I promessi Sposi non mi erano piaciuti per niente, ho cominciato ad amarli da grande. Ecco perché ho deciso di provare a leggerli con i miei alunni e i miei lettori in un modo che possa avvicinarli e invogliarli a leggere l’opera originale. Ecco perché ho inserito i Qr-code, le canzoni e tutto ciò che avete visto e che, a quanto mi dite, avete apprezzato molto.
Il senso della collana pop è proprio quello di avvicinare le persone ad un’opera, facendole arrivare alla lettura attraverso un percorso “diverso”.
Secondo lei come mai Manzoni ha scelto di inserire il racconto del manoscritto e non ha iniziato subito a raccontare la storia?
Tre sono le ragioni: innanzitutto perché vuole criticare la dominazione degli austriaci e lo può fare solo indirettamente, criticando la dominazione degli spagnoli, di cui finge di leggere nel famigerato manoscritto ; poi perché diversi scrittori avevano già utilizzato questo espediente narrativo, e infine anche perché vuole incuriosire il pubblico e poi prendere la distanza dalla materia narrata, come si dice.
Tra gli altri video ci ha incuriosito molto quello in cui una giornalista si reca in un cimitero dove trova sepolti i personaggi più importanti della letteratura tra cui Manzoni e la sua famiglia. Ci può raccontare di loro?
Sulla biografia degli autori che studiamo ci sarebbe tanto da dire perché ognuno di loro si porta un po’ della vita che ha trascorso nelle opere che scrive. Nei Promessi Sposi, ad esempio, c’è sicuramente un po’ della ferita che Manzoni si porta dietro per non aver avuto con sé il suo papà. Tutti sapevano che Pietro Manzoni non era il suo padre biologico, e anche se Alessandro ha avuto degli uomini che sono stati importanti, pensiamo a Carlo Imbonati, non ha avuto con sé il papà. Forse per questo le figure veramente importanti del suo romanzo sono femminili…
A che tipo di lettore ha pensato quando l’ha scritto?
Sicuramente ai ragazzi della vostra età, ma anche a persone adulte che hanno la voglia di riscoprire questo celebre romanzo, o che hanno voglia di rileggerlo o di leggerlo tutto. In effetti “I Promessi sposi” sono pieni di pagine che molti non hanno letto e che forse l’autore stesso sapeva che non sarebbero state lette. Mi riferisco, ad esempio, alle pagine che riportano le lunghe e complicate leggi del Seicento, che Manzoni riporta interamente. Ecco: come all’epoca non si leggevano e si saltavano, come dice Umberto Eco, così le saltiamo anche noi!
Tra i personaggi del romanzo, qual è quello che preferisce?
La Monaca di Monza! E’ un bellissimo personaggio, costretta a diventare suora, destinata fin da piccolissima ad immaginarsi suora, addirittura. Nella sua mente non c’erano altre possibilità, finché in collegio non capì, confrontandosi con altre ragazze, che esisteva la possibilità di una vita diversa, del matrimonio. Ebbene, questo le fu proibito e lei fu costretta a piegarsi al volere dei genitori e al destino che avevano pensato per lei. Come tanti di noi, insomma, fu costretta a dire di sì, mentre avrebbe voluto gridare un bel NO!! Lei però rimane donna e conserva la femminilità alla quale non rinuncerà mai.
Un altro personaggio che amo è fra’ Cristoforo, che prima di diventare frate ha ucciso, e quindi è un uomo che conosce il dolore ma nonostante questo è buono: chi tocca il dolore a volte diventa cattivo, lui, invece, ha conosciuto il dolore ed è rimasto buono.
Come mai Renzo e Lucia hanno scelto un prete particolare come don Abbondio per farsi sposare?
Un po’ perché nel paesello c’era un solo curato ed era lui, un po’ perché don Abbondio siamo tutti noi, come recita una canzone di Brunori Sas. Chi di noi non ha avuto paura e non ne ha?
Ci sono piaciuti molto i video che ha scelto di inserire nel suo libro. Come mai li ha scelti, anche considerato che sono così ironici e diversi dall’opera di cui si parla?
Perché Manzoni è molto ironico, non a caso gli studiosi parlano proprio dell'”ironia manzoniana” . Io ho cercato di restituire l’ironia manzoniana in un altro modo, e sono contenta che l’abbiate compreso. Complimenti, ragazze!
Abbiamo notato che nella seconda puntata della serie TV, Renzo e Agnese parlano come se fossero dei burattini e Manzoni il loro burattinaio. Il video della serie ci vuole comunicare qualcosa sullo stile dell’autore oppure è solo una serie divertente?
Manzoni ha dato ad ogni personaggio un registro stilistico diverso, Agnese e Renzo parlano con la lingua dei proverbi (materica, si dice) per esempio. E’ così, possiamo definire Manzoni “un burattinaio” colui che prende i personaggi e fa vivere ciascuno proprio con le parole che si addicono al suo status e ciò che è.
Avevamo ancora tante domande da rivolgere a Lucia Schiralli, ma il tempo è volato e ci siamo lasciati con la promessa di rivederci a scuola per parlare ancora di Manzoni, alla maniera POP!
G. Blasi, M. Cantoro, C. Friso, N. Volpetti, C. Ranieri, V. Selvaggiuolo, M. Spinelli
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