Mercoledì 29 marzo presso la Biblioteca Comunale del Municipio 2 di Bari si è tenuta la presentazione del cartone animato Nel mare ci sono i coccodrilli, liberamente tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore Fabio Geda. Attraverso le bellissime immagini del cartoon abbiamo vissuto le vicende del piccolo Enaiat, un bimbo afghano di circa 10 anni che la madre accompagna con una scusa in Pakistan per poi abbandonarlo nella speranza che egli possa sfuggire ai talebani e costruirsi un futuro migliore. Il piccolo protagonista comincia così la sua vita da profugo che, grazie all’aiuto di alcuni e lottando contro la cattiveria di altri, attraversa ben quattro paesi (Pakistan, Iran, Turchia e Grecia) per poi trovare finalmente la sua nuova patria in Italia.
Oltre ad assistere alla visione del film (che ha la durata di 28 minuti) e a partecipare all’interessante e attualissimo dibattito che ne è scaturito, abbiamo avuto la possibilità di intervistare le due autrici del corto, Rosalba Vitellaro e Alessandra Viola.
– Perché avete deciso di trasformare la storia di Ena, già raccontata da Fabio Geda nel suo libro, in un cartone?
– L’idea ci è venuta proprio leggendo il romanzo di Fabio Geda: il modo in cui lui ha raccontato la vera storia di Enaiattollah Akbari e i sentimenti legati al fenomeno dei migranti ci è sembrato straordinario e molto significativo, così abbiamo pensato che sarebbe stato bello trovare una chiave per rappresentare la stessa storia e per far riflettere sugli stessi temi anche un pubblico più “giovane”.
– Avete in mente altri libri da trasformare in cartoni?
– Si, al momento ne stiamo scrivendo un altro: prossimamente vi sveleremo quale!
- Avete prodotto altri cartoni animati in passato?
– Certo, è la nostra passione! Per esempio La stella di Andra e Tati, La missione di 3P, Il traguardo di Patrizia e Giovanni e Paolo e il mistero dei pupi.
– Com’è nata la vostra collaborazione?
– La nostra collaborazione risale a circa 26 anni fa, quando ci siamo conosciute e abbiamo capito che insieme avremmo potuto realizzare qualcosa di bello.
– Dove siete nate?
- Rosalba: io sono di Palermo.
– Alessandra: io sono di Roma
– Abitando così lontano, come vi siete conosciute?
- Io (Alessandra) ero una giocatrice di pallavolo mentre lei (Rosalba) era una filmmaker che riprendeva le partite; conoscendoci e confrontandoci, con il tempo abbiamo capito che quello che facevamo non ci piaceva e abbiamo iniziato a chiederci quali fossero al contrario le nostre passioni, ciò che ci faceva stare bene. Un giorno, mentre ero in trasferta con la mia squadra di pallavolo, Rosalba mi cucinò un uovo sodo poiché avevo fame e non avevo nulla da mangiare. Così mi inventai la favola di un ovetto sodo chiamato Uccio. Da allora non abbiamo più smesso di inventare storie! In realtà la mia passione per la scrittura era nata già quando ero piccola, ma ad un certo punto cominciai a pensare che fosse solo un sogno troppo difficile da realizzare. Poi ho incontrato Rosalba, che mi ha convinta che non avrei dovuto mollare, che insieme ce l’avremmo fatta. Ed ora siamo qui.
– Avete opinioni sugli eventi attuali?
– Nel mondo succedono tantissimi fatti gravi su cui sarebbe necessario che tutti riflettessimo, ad esempio il recentissimo naufragio dei migranti a Crotone. Con il nostro lavoro noi pensiamo di dare un contributo importante per far conoscere e rendere consapevoli i giovanissimi di quanto accade intorno a loro. Nei nostri cartoni animati affrontiamo temi sociali che spesso negli altri film non ci sono, e i bambini mostrano tanto interesse e sensibilità. Quando li presentiamo nelle scuole ci sentiamo orgogliose di quello che facciamo e ci sentiamo spronate a continuare.
G. Dentuto, A. Franciosa, E. Ladisa, N. Leotta, F. Piazzolla