MARCONI-HACK: ALLA SCOPERTA DI HEIDELBERG

L’esperienza della 4^SD raccontata dalla Professoressa Miccoli e da alcune studentesse

Abbiamo intervistato la docente di tedesco del nostro Istituto, la professoressa Miccoli Angela, insieme a due ragazze della 4^SD, Irene Marino e Rebecca Colucci. Hanno svolto, nell’ambito delle attività di PCTO, un corso di lingua tedesca presso l’Istituto Alpha Aktiv Private Education Institute ad Heidelberg, in Germania. Inoltre, hanno visitato alcune aziende e centri scientifici che hanno permesso loro di allargare gli orizzonti per il futuro.

Innanzitutto, come avete strutturato l’esperienza?

La prof.ssa Miccoli afferma: “Insieme alla prof D’Addario abbiamo organizzato questo viaggio d’istruzione PCTO nella cittadina di Heidelberg. La collega aveva un contatto con una professoressa, Francesca Mele, che vive ormai da anni lì e che ha un centro di lingue. L’idea iniziale era quella di organizzare un’esperienza all’estero da far fare ai ragazzi che si avvalgono dello studio della lingua tedesca qui a scuola, un corso di approfondimento della stessa. Inoltre, trattandosi di un Liceo delle Scienze Applicate, abbiamo anche pensato di unire altre attività, per rendere il viaggio ancora più interessante, trasformandolo in un vero e proprio PCTO.” 

Com’è stato il viaggio?

Il viaggio è stato molto lungo. Siamo partiti il 4 Marzo arrivando a Milano in aereo, e poi verso le 21:30 abbiamo preso un bus che ci ha portato direttamente ad Heidelberg, arrivando alle 9 del mattino. 

“É stata la mia prima volta in aereo, ed è stato per me molto emozionante!” dice Irene.

Dove avete alloggiato?

“La sistemazione era in un Jugendherberge, ovvero in un ostello. Avevamo il trattamento di pensione completa. Una delle ultime sere, invece, abbiamo cenato in un locale, con dei tipici piatti tedeschi: il tradizionale salsicciotto con i crauti, la cotoletta con le patate al forno… e un bel boccale di birra a testa (abbiamo saputo che in Germania è legale servire la birra dai 16 anni)” – ha affermato la professoressa.

Da un punto di vista linguistico, che attività sono state promosse?

“I ragazzi hanno seguito un corso di lingua di 10 ore, con un’insegnante madrelingua tedesca, con la quale si sono esercitati sulla grammatica, ma soprattutto sul linguaggio nell’ambito del lavoro (ad esempio come affrontare un colloquio di lavoro, oppure come scrivere una lettera per presentarsi ad un’azienda).”

Com’è stata questa docente tedesca madrelingua? Siete riuscite a comprenderla?

Rebecca e Irene ci hanno raccontato questo:

“L’insegnante era molto brava, e parlava piuttosto lentamente. In generale, abbiamo capito quasi tutto, avendo un bagaglio di studio di questa lingua straniera di 4 anni.”

“Personalmente, ci aspettavamo un’insegnante tedesca che fosse molto più rigida. Invece no, era una persona molto tranquilla. Proprio per questo, se vogliamo, si sono rotti anche alcuni pregiudizi che un po’ tutti avevamo nei confronti dei docenti tedeschi, che fino a quel momento erano sempre stati considerati da noi come delle persone molto severe, con le quali non era ammesso nessun tipo di errore o inesattezza alcuna.”

A livello storico, cosa avete visitato?

“Heidelberg è una città medievale con la più antica università della Germania.

Abbiamo fatto una visita guidata con un cicerone che parlava sia tedesco sia italiano.

Inoltre, in giro per la città abbiamo incontrato delle targhe in memoria di tutte le persone che hanno lottato per la stessa.” – “Abbiamo visitato anche la casa del primo presidente della repubblica di Weimar e seguito un workshop sulla sua storia, durata fino alla prima guerra mondiale.”

E a livello scientifico?

“Abbiamo cominciato visitando l’azienda BASF, una delle più importanti, quotata in 4 borse, con i suoi 10 km² di estensione. Sembrava una città nella città!

Abbiamo scoperto che tutto quello che utilizziamo quotidianamente è passato di lì, poiché produce componenti chimici come i coloranti. Infatti, per esempio, il colore del salmone che consumiamo non è naturale, ma è fatto da questa azienda.” – affermano Irene e Rebecca

Hanno raccontato che questa azienda è molto attenta alla salvaguardia dell’ambiente. Effettivamente, il 70% dei materiali di scarto viene riciclato, mentre il 25% viene bruciato all’interno dell’inceneritore che hanno all’interno dell’azienda. 

“Inoltre, abbiamo visitato il Max Planck Institute di fisica nucleare, e un centro di fisica astronomica, sito su una montagna, dove abbiamo vissuto un’esperienza indimenticabile: abbiamo visualizzato un planetario digitale, proiettato su tutte le pareti della stanza.”-”Sembrava di poter viaggiare davvero nell’Universo che conosciamo, e abbiamo compreso ancora di più quanto siamo piccoli in confronto all’immensità della natura.”

Infine hanno avuto l’occasione di vedere l’MBL, un centro di ricerche di biologia molecolare; “Abbiamo parlato con due ricercatori italiani, che ci hanno raccontato il percorso che hanno fatto per arrivare a quei livelli. Il messaggio che ci hanno dato è stato bellissimo: non bisogna avere paura di proporsi e di chiedere, se si vuole fare ricerca.”

“Al contrario di quanto si possa pensare, all’estero basta anche solo scrivere ad un professore universitario, comunicando il proprio interesse e cosa si vuole fare, e facendo così sono stati chiamati a scrivere il proprio dottorato e a fare ricerca. I docenti prendono a cuore queste situazioni, e accade che possano mettere sotto la propria ala alcuni studenti, aiutandoli ad emergere nella loro carriera.”

Come vi è sembrata la ricerca tedesca?

“In generale, sono molto più avanti di noi. Infatti, alcune cose che abbiamo appreso qui in Italia dai regolari programmi di studio, risultano avere delle differenze, perché lì la ricerca ha fatto più progressi.”

“All’estero c’è molta più opportunità di fare ricerca. Noi in Italia ci concentriamo di più sulla ricerca a livello pratico, mentre, in Germania si occupano della ricerca di base che è completamente diversa, poiché la fase iniziale della loro attività consiste nell’osservare le proprietà di un prodotto di base, ampliando poi le conoscenze, scoprendo tutte le sue funzioni.”  



Una cosa che avete imparato da questa esperienza?

“Abbiamo imparato che non bisogna assolutamente camminare sulla pista ciclabile, questo perché i tedeschi usano molto le biciclette, e si rischia di essere presi in pieno!” – rispondono le ragazze.

“Infatti i tedeschi sono molto più avanti riguardo l’ecologismo, ci sono molte più persone che utilizzano le biciclette e i mezzi di trasporto pubblici. A tal proposito abbiamo potuto osservare che le linee di trasporto sono molto organizzate e ben funzionanti, i pullman passano ogni 15 minuti e non fanno assolutamente ritardo.”

C’è un qualcosa che avreste voluto che andasse meglio?

L’insegnante di tedesco ha affermato che lei e la professoressa D’Addario avrebbero voluto che gli alunni andassero a soggiornare presso alcune famiglie tedesche, perché dal punto di vista linguistico sarebbe stato molto meglio.

“Ho quindi questo cruccio, perché avrebbe portato molti più stimoli ai ragazzi e avrebbe consentito loro di parlare di più in tedesco e, quindi, migliorarlo. 

Ma i ragazzi hanno preferito l’opzione ostello per stare tutti insieme, e abbiamo dovuto rispettare il loro volere”

Alcune curiosità?

“Una cosa molto carina è stata che abbiamo incontrato una nostra compagna di classe che partecipa al programma interculturale. Lei si trova lì in Germania, dista circa un paio d’ore da Heidelberg e uno degli ultimi giorni ci ha raggiunti e ha passato la giornata con noi.

Abbiamo potuto notare che dopo questi mesi che ha passato in Germania il suo grado di conoscenza della lingua straniera è aumentato notevolmente. Ci sentivamo quasi a disagio nel parlare tedesco di fronte a lei!”

“Inoltre, è stata un’esperienza collettiva dove siamo riusciti a scoprire sempre più cose di noi stessi. Oltretutto, è stato per noi un po’ strano vedere anche le prof nella loro routine quotidiana, dallo svegliarsi la mattina, e fare colazione, al modo di essere e di comportarsi fuori dal contesto scolastico.”

Ed è così che la prof.ssa e le ragazze ci lasciano. Sicuramente, questo viaggio ad Heidelberg, sarà un’esperienza che rimarrà per sempre nei cuori dì questi studenti.

Si spera che questa tipologia di avventura si possa ripetere, e che possa interessare sempre più studenti, che hanno bisogno di conoscere ed imparare, per poter avere un quadro più ampio delle possibilità che ci sono nel mondo del lavoro, anche all’estero.

Sarah Minunno, Angelo Pappalardo (Liceo delle Scienze Applicate Margherita Hack)

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