Il Jazz è un particolare genere musicale nato negli Stati Uniti, in Louisiana, alla fine del XIX secolo la cui caratteristica peculiare è l’improvvisazione. Il Jazz fu il genere musicale più diffuso durante la seconda guerra mondiale, in quanto la musica si rivelò un mezzo fondamentale per distrarsi e per distaccarsi dagli orrori che venivano vissuti quotidianamente sui campi di battaglia, concedendo anche alla popolazione civile quell’attimo di evasione dalle difficoltà giornaliere.
I soldati, dopo aver combattuto e lavorato a lungo durante il giorno, la sera si divertivano danzando nelle sale da ballo e si concedevano un momento per dimenticare il tragico periodo che stavano vivendo.
Il jazz nacque a New Orleans, la più grande città degli stati del Sud, da un mix di blues, gospel, work song e musica europea. Si sviluppò a partire dagli anni ’20 con i musicisti neri delle prime dixieland- band.
Alcuni musicisti jazz si arruolavano volontariamente nell’esercito; altri, invece, organizzavano concerti negli Stati Uniti e anche all’estero per far diffondere questo nuovo genere, contribuendo a divulgare i valori americani nel mondo.
Il più importante musicista di quell’epoca fu Glenn Miller,” Il re dello swing”, il quale viene tutt’oggi ricordato per i concerti della sua big band e per il suo contributo alla guerra che il suo paese stava combattendo. Miller scomparve improvvisamente nel 1944 mentre sorvolava la Manica a bordo di un aereo militare per raggiungere Parigi, dove la sua orchestra avrebbe dovuto suonare in onore dei soldati che avevano liberato la capitale francese. Il suo corpo non fu mai recuperato.
In Italia, durante il periodo fascista, il jazz fu bandito e addirittura fu definito, dai libri di propaganda distribuiti nelle scuole, “roba da negri”. Ma la bellezza di questa musica era tale da affascinare chiunque: furono proprio i figli del Duce, ai quali la musica piaceva molto, a farsi mandare le ultime novità discografiche da un negozio di Roma, facendo in modo che nessuno ne sapesse niente. Romano Mussolini diventò anche un apprezzato pianista jazz.
Nel 1904 il Jazz sbarca, in Italia, al Teatro Eden di Milano grazie ad un gruppo di ballo creolo.
Nonostante la popolarità del genere, in Italia il primo concerto jazz arriva solamente nel 1917 con Vittorio Spina, primo musicista jazz italiano.
Successivamente si diffuse in Italia, avendo grande successo, intorno agli anni Trenta, grazie a vere e proprie orchestre Jazz guidate da Arturo Agazzi. Dagli anni ’40 agli anni ’60, l’Italia diede alla luce alcuni tra i più grandi esponenti di questo genere, quali Gorni Kramer, Giorgio Gaslini, Lelio Luttazzi, Franco Cerri e il compositore, Bruno Martino.
In seguito molti altri artisti italiani scrissero brani jazz, fondendo insieme canzoni europee, tecniche di composizione classica, jazz americano e musica folk.
Dal 1930 nascono le prime band italiane come quella di Arturo Agazzi. Durante quegli anni, un notevole numero di registrazioni vennero fatte dagli italiani e dai musicisti stranieri. Nel gennaio 1935 Louis Armstrong, durante il suo tour europeo, si esibisce a Torino facendo innamorare gli italiani. La maggior parte delle case discografiche affiliate al genere, non a caso, si trovavano proprio a Milano e a Torino.
Dal passato sino ai nostri tempi, ritroviamo tra i migliori artisti Jazz contemporanei Franco Cerri, Enrico Rava, Antonello Salis, Massimo Urbani, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Antonio Farao, Dado Moroni, Aldo Romano, Stefano di Battista, Pino Presti, Enrico Intra, Tullio De Piscopo, Enrico Pieranunzi e Gianluigi Trovesi. Il Jazz in Italia, non è mai tramontato, infatti, il suo successo è sempre stato stabile e continuo, e molto praticato. Infatti, ogni anno, si possono godere eventi su tutto il territorio nazionale, quello più famoso, ricordiamo l’Umbria Jazz Festival.
Miriam Cascione