Lo scorso 3 novembre, nell’auditorium della nostra scuola, si è tenuto un incontro con il presidente dell’Associazione “Anto Paninabella”, che ci ha raccontato la storia di sua figlia Antonella.
Antonella era una ragazzina di 13 anni, che frequentava il primo anno di un liceo di Bari.
Tutti pensavano che fosse una ragazza che viveva la sua adolescenza in modo sereno, ma non era così, perché un giorno ha deciso di togliersi la vita, lasciando tutti prostrati dal dolore e dall’incredulità..
Per questo il padre e la madre hanno pensato di fondare un’associazione con lo scopo di sensibilizzare i ragazzi della nostra età riguardo ai pregiudizi, alla solitudine e all’esclusione.
Le sue parole mi hanno fatto riflettere su quanto sia importante abbattere i pregiudizi che spesso ci portano a escludere l’altro o a essere indifferenti.
Accade spesso, infatti, che molti miei coetanei tendano a isolare chi non fa parte del “gruppo”, perché più chiuso o diverso dalla massa.
Ho capito anche quanto sia importante prendersi cura degli altri, cercando di creare un dialogo, parlando di quello che ci fa star male, senza la paura di apparire deboli o diversi, perché il malessere e la sofferenza sono aspetti dell’animo umano e per questo vanno accettati e vissuti senza vergognarsene.
In tutto questo anche gli adulti – genitori, insegnanti ed educatori – giocano un ruolo molto importante, quello di saper osservare e ascoltare per cogliere qualsiasi segnale ed evitare che si ripetano tragici gesti come quello di Antonella.
Ritengo che questo incontro sia stato molto utile ed educativo e mi auguro che ognuno di noi possa seguire i consigli del padre di Antonella aprendosi al dialogo e all’ascolto.
Elena Villani