LA VERA VITA DEI CAVALLI

I cavalli sono affascinanti.

Molti di noi li conoscono soltanto come animali per praticare sport e che stanno chiusi nei maneggi, ma per fortuna non è sempre così.

Nonostante i cavalli siano mammiferi addomesticati ormai da più di 5.000 anni, il loro comportamento sociale rimane selvatico. Essi non vivono mai da soli, ma si riuniscono in branchi chiamati harem; ogni harem è composto da due/quattro giumente e da alcuni puledri di due/tre anni, età oltre la quale i giovani sono spinti a lasciare il gruppo. Le giumente abbandonano raramente il loro harem di origine e solo per periodi molto brevi legati ai primi calori, quando vanno in cerca di uno stallone singolo. I maschi, invece, si allontanano dall’harem familiare per unirsi a gruppi formati da soli maschi, in cui passano la maggior parte del tempo a giocare e a simulare combattimenti per sviluppare il carattere da futuri capifamiglia. Quando, intorno ai cinque anni, diventano socialmente maturi, lasciano questi harem “da scapoli” per creare un loro harem familiare costruendo un rapporto con una giumenta, sfidando un capofamiglia e sostituendolo in caso di vittoria, oppure rimpiazzando uno stallone morto. 

Il gruppo familiare è una struttura stabile che può durare anche per anni, in cui gli stalloni si occupano delle loro giumente e queste a loro volta si prendono cura dei puledri anche dopo lo svezzamento. Si può capire la stabilità di un gruppo osservando attività come bere l’acqua e mangiare insieme, seguirsi in fila indiana, scacciarsi le mosche a vicenda, rotolarsi, dormire insieme. 

I cavalli hanno bisogno di uno spazio in cui trovare tutte la risorse necessarie alla sopravvivenza. Questo territorio si chiama “dominio vitale” e la sua ampiezza dipende da numerose varianti quali soprattutto il clima, la presenza di acqua, la distribuzione vegetale, le asperità del territorio, ecc. Ogni harem è molto legati al suo dominio, ma non lo difende dai suoi simili: di solito gli harem si evitano a vicenda, ma se si incontrano possono arrivare a condividere lo stesso dominio vitale spartendosi le risorse. Quando capita che due harem abbiano la necessità di usufruire della stessa risorsa, come ad esempio l’acqua, viene rispettata un’apparente gerarchia: la famiglia più numerosa ha accesso prioritariamente, quella meno numerosa deve aspettare il suo turno.

Chi l’avrebbe mai detto, vero?

Chissà quanti sogni nascondono i nostri amici cavalli rinchiusi nei box del maneggio, potendo solo immaginare come sarebbe la loro vita in libertà!

Laura Guitto

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