Recentemente ho letto il diario di Anna Frank e mi sono resa conto di quanto la scrittura sia importante per me. Io, a differenza di Anna Frank, ho amiche con cui parlare di argomenti intimi, ma non mi sento comunque ascoltata sufficientemente.
Ormai è da un paio di mesi che scrivo per allontanarmi dalla realtà e sfogarmi realmente. In questi giorni ho letto alcune citazioni in cui mi ritrovo molto: ‘La gente scrive perché nessuno ascolta’, oppure ‘La scrittura è l’urlo dei silenziosi’. Esattamente,
la gente può scrivere anche perché nessuno ascolta. Nella scrittura io vedo un posto sicuro, un luogo in cui ripararmi anche quando il mondo sembra troppo confuso. Il mio diario conserva tutti i miei sfoghi che ho scritto nei momenti più bui della mia vita, in cui nessuno mi capiva. Per alcuni la frase “la carta è più paziente degli uomini”, che ha scritto Anna Frank, può sembrare un’affermazione amara o dolorosa, ma a me invece risulta positiva e realistica: infatti, diversamente da quello che accade quando si parla con gli altri e si può essere interrotti o ricevere giudizi, la carta ti ascolta soltanto. Quando una persona viene interrotta oppure si sente incompresa o giudicata, l’atto di esprimere i sentimenti a qualcuno risulta più difficile e complicato; la scrittura, invece, offre uno spazio di espressione senza giudizio, dove è possibile sfogarsi liberamente. Ho avuto anche io la possibilità di verificare che la scrittura permette di sfogarti senza sentirti giudicato, ma accolto e ascoltato, proprio come un’amica fidata.
La carta per me è un mezzo che aiuta a riflettere, a capire meglio se stessi e a superare le difficoltà, diventando un supporto utile e rassicurante. Per me, ogni parola scritta sul mio diario diventa un rifugio.
Chiara Cavone