La soffitta di nonna Anna era un luogo avvolto nella polvere e nel mistero, un regno di oggetti dimenticati che sussurravano storie perdute. Tra vecchi bauli e specchi appannati, trovai un orsacchiotto di peluche, nascosto in un angolo buio. Era piccolo e morbido, con un’aria antica e molto tenera.
Appena lo presi tra le mani, fui colpito da una sensazione di pace, come se tutte le preoccupazioni del mondo non esistessero. Accarezzai il suo pelo consumato e fui avvolto da un senso di calma, come una calda coperta. La soffitta, buia, non mi spaventava più.
Continuai a coccolare l’orsacchiotto, e il tempo sembrò rallentare. Le mie palpebre si fecero pesanti. Mi abbandonai a quella sensazione di quiete, e caddi in un sonno profondo, senza sogni.
Mi risvegliai in un luogo strano, un labirinto di corridoi bui. L’orsacchiotto era ancora tra le mie braccia ma, questa volta, emanava inquietudine.
Una voce sussurrò nel buio, raccontandomi la storia dell’orsacchiotto. Quel giocattolo era il custode dei sogni dimenticati. Ma chi si abbandonava troppo al suo potere, rischiava di perdersi nel labirinto, intrappolato nei ricordi.
Quell’ orsacchiotto era davvero pericoloso. La sua tranquillità era una trappola. Decisi di scappare, di riportare l’orsacchiotto nella soffitta, dove il suo potere non avrebbe colpito nessuno.
Trovai l’uscita del labirinto, un vecchio specchio che rifletteva la soffitta di nonna Anna Lasciai l’orsacchiotto tra i bauli polverosi, e scappai da quella misteriosa stanza.
Tornai al mondo reale e capii che anche la tranquillità più dolce può nascondere un pericolo oscuro.
Loizzi Michele