Alla scoperta dell’Acquedotto Pugliese

Quando apriamo il rubinetto di casa, non pensiamo a tutto ciò che c’è dietro.

A portare l’acqua in casa è l’Acquedotto Pugliese e il giorno 11 febbraio 2025, Giuseppe Catalano, perito chimico dell’Acquedotto Pugliese, ora in pensione, è venuto nella nostra scuola a spiegarci la storia e il corso di questo “fiume” sotterraneo. 

La parola “Acquedotto” deriva dal latino Aquae e Ductus che significa “Conduttura d’acqua” e da più di 100 anni distribuisce acqua a tutta la Puglia. Nasce dalle acque del fiume Sele in Campania.

L’Acquedotto Pugliese ha due sedi: la Sede Amministrativa di Rappresentanza e la Sede Tecnica.

La Sede Amministrativa di Rappresentanza è anche chiamata “Palazzo Delle Meraviglie” e si trova vicino al Teatro Petruzzelli. L’aspetto interessante di questo Palazzo è che ogni dettaglio presente è a tema “acqua”.

La Sede Tecnica è più moderna ed è il luogo dove l’acqua viene analizzata.

 Inoltre, l’esperto ci ha spiegato che soltanto noi pugliesi abbiamo un acquedotto regionale mentre le altre regioni hanno acquedotti più piccoli che soddisfano i bisogni di due o tre comuni.

Nella nostra regione, infatti, non ci sono acque superficiali (fiumi, laghi ecc.) né cime molto elevate e quindi niente ghiacciai. Gli unici “fiumi” che abbiamo sono l’Ofanto, il Tara e il Galese. L’unico monte alto che abbiamo è il Monte Cornacchia nel settore interno occidentale della provincia di Foggia. L’acqua disponibile, dunque, deve essere per tutti

Inoltre, nella nostra regione c’è un fenomeno chiamato carsismo che favorisce la  presenza di cavità nel sottosuolo. Questo fenomeno difende la Puglia dai terremoti, ma fa penetrare l’acqua nel terreno e, a  distanza di tempo, si formano le polle risorgive.

In passato i pugliesi utilizzavano l’acqua piovana, raccogliendola in cisterne costruite dalla duchessa Bona Sforza nel ‘500. I ricchi avevano una cisterna privata e raccoglievano l’acqua dai tetti mentre i poveri utilizzavano quelle comuni e la raccoglievano dalle strade. Vicino a queste cisterne c’erano i letamai, luoghi dove le persone scaricavano i loro escrementi. Per questo motivo spesso e volentieri gli escrementi si mischiavano con l’acqua, contaminandola. Di conseguenza le persone morivano per malattie come il tifo e il colera. 

Bisognava trovare una soluzione a questo problema, così nel 1868 ci fu un concorso a Foggia per trovare un modo per portare l’acqua in Puglia. Tra i concorrenti c’era Camillo Rosalba che propose di approvvigionarsi dell’acqua del fiume Sele, costruendo una galleria attraverso gli Appennini e le Murge. L’idea però non viene accettata perché ritenuta irrealizzabile, impossibile.

Successivamente la proposta di Rosalba venne ripresa dall’associazione Ercole Antico & Soci e nel 1896 venne approvata dal deputato Matteo Renato Imbriani. Il progetto venne affidato a Nicola Balenzano e Giuseppe Pavoncelli e iniziato nel 1906. 

A quel tempo gli attrezzi per scavare la galleria erano pale, dinamite, picconi e carriole quindi ci volle molto tempo per finire il lavoro. Il 24 Aprile 1915 l’acqua arriva a Bari. Sulle fontane, però, viene riportato l’anno 1914 perché l’inizio della 1° Guerra Mondiale ritardò di un anno la conclusione dei lavori; nel 1924 l’acqua arriva a Foggia; nel 1927 arriva a Lecce e finalmente nel 1939 l’acqua arriva anche a Santa Maria di Leuca. 

Qui venne realizzata una maestosa fontana di scarico per ricordare il momento. 

Nel 1967 vengono aggiunte nuove fonti secondarie quali i laghi artificiali del Pertusillo, del Fortore, del Sinni, del Locone e del Conza.

Ancora oggi, l’acquedotto è intatto ed è pronto a servire tutta la regione.

C’è chi dice che l’acqua del rubinetto non sia buona poichè piena di germi e quindi compra solo acqua in bottiglia. Questo è assolutamente sbagliato! Infatti, bere acqua dal rubinetto è 3 volte meglio: è ecologico, economico e più salutare.

  • Ecologico perché non si usano bottiglie di plastica e non si favorisce lo smog causato dal trasporto;
  • Economico perché per bere dal rubinetto non bisogna pagare nulla;
  • Più salutare perché non ci sono le microplastiche che la bottiglia rilascia nell’acqua.

L’acqua è il nostro “ORO BLU” perché è importante e preziosa e bisogna fare attenzione a non sprecarla. Ad esempio, si può conservare l’acqua fredda che si spreca aspettando che diventi calda e usarla per innaffiare le piante, pulire il piatto doccia ecc. 

L’acqua è molto preziosa per questo va preservata e risparmiata. 

Martina Miolli, Gabriele Pirrelli, Paola Signudi

disegno di Elena Bottiglieri

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