La bellezza può accompagnata anche da dolore, perché alcune persone soffrono per diventare ‘belle’.
Il dolore interiore e quello esteriore hanno entrambi un peso a volte insopportabile, nella vita di alcuni.
Un esempio di dolore sia interiore che esteriore, secondo me, può essere la chirurgia plastica. Oggi ricorrono a questa anche molte ragazze giovani, che tendono a dare troppo peso agli standard di bellezza, spesso influenzate dai social media o magari dall’invidia per l’aspetto altrui.
La chirurgia plastica è un’esperienza “esteriore”, perché comporta dolore fisico, ma è anche “interiore”, perché legata al dolore psicologico.
Oggi, molte bambine iniziano a curare il proprio aspetto come se fossero già adulte e praticando la cosiddetta skincare, magari applicando sul viso prodotti non adatti alla loro età. Continuando di questo passo, è probabile che alcune in futuro ricorreranno alla chirurgia estetica, pur senza averne davvero bisogno, e alcuni (aziende che producono prodotti di bellezza, influencer, chirurghi senza scrupoli) si arricchiranno sempre di più, anche a scapito della loro salute fisica e mentale.
Secondo me, bisognerebbe ricorrere alla chirurgia estetica in caso di problemi seri e non per rincorrere un ideale che altri hanno scelto per far soldi alle nostre spalle.
Siamo tutti perfetti e unici a modo nostro, e gli standard di bellezza non definiscono il valore di una persona. La bellezza interiore riflette quella esteriore: chi è bello dentro lo è anche fuori! Perché non pensiamo un po’ di più a questo?
E voi, cosa pensate dell’argomento? Secondo voi bisogna cambiare l’aspetto di una persona senza un motivo reale?
Daniela Iacobellis