Come ogni anno la nostra scuola si prepara a partecipare alla Festa del Popoli (che si tiene nel mese di maggio) attraverso una serie di attività che portano pian piano noi alunni a respirare il clima di scambio, di accoglienza e di intercultura tipico della festa.
Tra le tante iniziative “preparatorie” c’è il Balafon Festival, che ci ha proposto un bellissimo film: “The Gift”. Esso è ambientato in Asia centrale la cui protagonista, Arno, è la regista DALMIRA TILEPBERYEN che ha voluto raccontare la propria storia in memoria del padre.
Nonostante la sua semplicità, il film ci insegna molto sulla forza del coraggio e della determinazione. Questa storia narra di Arno, una ragazzina che ha un neo sul labbro che la rende un pò speciale: “quel neo è un dono, ti darà il potere di far accadere quello che vorrai”, le disse un giorno un conoscente del nonno. Ma Arno sembra solo interessata ad apparire un maschio, perché nella comunità di pastori in cui vive le donne non hanno le stesse libertà degli uomini. Perciò Arno si taglia le trecce, si veste con abiti maschili e gioca con i maschi. Lei vive in un piccolo villaggio vicino ai monti dell’Himalaya insieme alle sue quattro sorelle, entusiaste invece di essere donne. La mamma è incinta del sesto figlio e tutti sperano, ovviamente, che sia maschio: il padre arriva addirittura a minacciare la moglie che, se non partorirà un maschio, le sparerà addosso con un fucile. Arno capisce quanto sia importante per il padre contare su un maschio che lo aiuti nel lavoro, ma anche lei è forte e ama suo padre, tanto che un giorno va da lui e si offre di essere il figlio maschio che non ha; lui, però, rifiuta e la sgrida così aspramente che lei, arrabbiata, gli augura la morte. Purtroppo durante una notte di tempesta, mentre cerca di riprendere i cavalli fuggiti, il padre di Arno muore veramente e la figlia rimane sconvolta diventando ancora più dura e ribelle.
Un giorno fra quelle montagne viene allestita una tenda, all’interno della quale viene proiettato un film; Arno va a vederlo con la madre e le sorelle: è un film che parla dell’importanza delle donne. Alla fine della proiezione finalmente anche le altre donne della famiglia capiscono la loro importanza: se le donne non esistessero, nemmeno gli uomini potrebbero farlo. Arno ora è felice. Significativamente nell’ultime scena del film la madre partorisce, ma la regista non ci svela se un maschio o una femmina…
Il film ci insegna che a volte la persona che sembra la più debole si rivela la più potente e che non è importante essere maschio o femmina, perché tutti abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri, non c’è alcuna distinzione. Arno, inoltre, ci fa comprendere che l’accettazione di sé è il primo passo verso la felicità.
Cinzia Pezzella, Sofia Cucumazzo, Rita Gattulli
CONTINUANDO A RIFLETTERE
Quello che abbiamo visto è un grande film per combattere il conformismo ed educare fin da piccoli alla diversità. La protagonista è una bambina coraggiosa e sensibile. Nel suo villaggio le donne vengono condizionate da regole sociali che impediscono loro di avere opinioni e obiettivi da realizzare. Arno però è diversa: ha le sue idee che afferma con sicurezza, in perenne contrapposizione con alcuni componenti della famiglia; non ha paura e lotta per l’affermazione dell’identità personale, anche a costo di mettersi in contrasto con gli altri. Il film promuove l’accettazione della diversità non solo degli altri, ma anche del diverso che è in noi e che noi dobbiamo imparare ad apprezzare. Il neo di Arno rappresenta le caratteristiche che ci differenziano, che noi dobbiamo apprezzare e valorizzare.
Laura Lacalendola
(supporto tecnico di Alessia Cassano)