Sicuramente anche tu, almeno una volta, te lo sarai chiesto.
Partiamo dal presupposto che ci sono vari tipi di persone: 1) c’è chi durante il litigio è una sfinge, seria, impassibile, e alla fine chiude il discorso con un salomonico nessuno ha colpe o la colpa è un po’ di tutti; 2) chi si inferocisce talmente tanto, da farsi uscire il fuoco dalla testa; 3) infine, c’è chi rimane paralizzato dal non voler ferire l’altro e parla con un filo di voce solo per chiedere scusa, persino quando non ha torto.
Forse avrete capito che sono una persona del tipo n. 3. Adesso che hai scoperto di non essere l’unico a reagire come me, ti spiego come io sto cercando di imparare a risolvere la nostra situazione.
È semplice… abbastanza.
Devi smettere di farti bloccare dal pensiero dell’effetto che le tue parole potrebbero scatenare.
A volte stai litigando con un amico e tu non hai il coraggio di dirgli che ha torto: sei bloccato dalla paura di ciò che potrebbe succedere con una tua parola. Proprio in questi momenti devi trovare la forza di essere sincero e, se tieni veramente a quella persona, esprimere con garbo le tue opinioni; se lei tiene a te, ti ascolterà e lo screzio dovrebbe riuscire a risolversi.
Quante volte mi è capitato di litigare con delle “amiche” che consideravo le migliori che avessi? Io avrei voluto spiegare loro ciò che non andava, ma non ho parlato per paura di perderle. Invece, proprio così le ho perse, perché non parlandone, non abbiamo avuto modo di aiutarci ad andare d’accordo.
Quindi, eccoti la soluzione: devi semplicemente pensare che, quando si discute con qualcuno, o è per chiarirsi e rinsaldare l’amicizia, o è per comprendere che quella persona non è come tu immaginavi, perché non accetta il confronto. A una persona così si può rinunciare, almeno finché non avrà capito che dialogare è costruttivo.
È sempre meglio affrontarsi e confrontarsi piuttosto che averne paura.
Adesso ti senti meglio? Spero di sì, perché con me ha funzionato!
Marianna Martucci-Zecca