Il body shaming è una variante del bullismo e del cyber-bullismo che consiste nel deridere qualcuno per il suo aspetto fisico, di solito per mezzo dei social media. Spesso le vittime sono ragazze, perché sono più soggette a stereotipi riguardanti l’aspetto fisico. Molte volte le vittime del body shaming, soggette a violenza psicologica, soffrono ma tacciono per paura di non essere comprese. Il problema della violenza psicologica è proprio il fatto che, essendo invisibile, non si sa quali danni possa causare ad una persona finché questa non ha il coraggio di parlarne. I rischi del web fanno sì che di fatto, dopo aver utilizzato i social, si finisce per sentirsi più insicuri e meno sereni. Ma come prevenire il body shaming? Per scongiurare eventuali rischi è importante un corretto utilizzo dei social, evitando i commenti inappropriati perché dall’altra parte dello schermo c’è una persona che ci potrebbe rimanere male. Prima di scrivere qualcosa è bene chiedersi come ci si sentirebbe se si fosse dall’altra parte. Nel caso in cui si è vittima di bullismo è importante parlarne subito con un adulto di riferimento. Se non si ha il coraggio di parlare con un adulto, si può anche raccontare tutto ad un amico, il quale lo andrà poi a riferire alle autorità di competenza. Un ruolo importante è svolto dal gruppo, che deve sostenere i più deboli e non incoraggiare i bulli e che non deve mai rimanere indifferente di fronte ad atti di bullismo. Infatti, come diceva Martin Luther King, “spesso ciò che ci spaventa non è la violenza dei cattivi ma l’indifferenza dei buoni”. Se vogliamo davvero rendere il mondo un posto migliore dobbiamo imparare a difendere chi è in difficoltà, anche se vuol dire andare contro il gruppo; anche perché spesso i bulli si accaniscono su una persona per invidia o gelosia, quindi ciò che dicono è una calunnia e sta a noi dimostrarlo. Diversi personaggi famosi, come Big Mama, si stanno impegnando a promuovere campagne pubblicitarie che non solo hanno l’obiettivo di esaltare l’unicità della donna, ma anche quello di lanciare il messaggio che la perfezione non esiste, infatti ognuno “è bello così com’è”.
Ludovica Miolli, Andrea Capodiferro