CHE EMOZIONI!!!

Il giorno 3 dicembre abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad un’esperienza nuova ed emozionante. In classe è venuta la dott.ssa Maria Alessia Monteleone, una psicologa molto simpatica e comprensiva dell’associazione “Antopaninabella”.

Nella prima attività ci ha chiesto di esprimere una parola o quello che ognuno di noi provava nei confronti della persona che avevamo accanto. Ad esempio una compagna ha detto che la sua vicina era per lei una persona speciale, molto affettuosa e piena di energie.

La dottoressa ci ha spiegato la differenza tra sentimento ed emozione. Ci ha parlato dell’ansia, della rabbia, della tristezza e della vergogna e poi ci ha chiesto di raccontare degli episodi in cui avevamo provato queste emozioni. Così abbiamo iniziato a condividere alcune esperienze vissute come il bullismo, i litigi con i genitori, le delusioni e paure. Ci ha colpito la storia di un compagno. Ha descritto un episodio, che gli ha trasmesso molta rabbia e molta tristezza, che talvolta possono essere collegate fra loro. Un giorno, durante un allenamento di pallanuoto, il mister lo aveva sgridato per l’assenza del giorno precedente ricordandogli, arrabbiato, le assenze dell’anno prima. Tuttavia il nostro amico non aveva colpa per quelle assenze che erano state causate da problemi di salute. Così quel rimprovero è stato percepito come offensivo e ingiusto.

Dopo i nostri racconti, la psicologa ci ha diviso in gruppi di lavoro e ci ha chiesto di realizzare varie attività su un cartellone in base alle emozioni di cui avevamo parlato. Al nostro gruppo è stata assegnata la rabbia e noi abbiamo scelto di realizzare degli slogan, un acrostico ed un piccolo disegno. Ognuno ha parlato di cosa gli dava fastidio e che cosa lo faceva arrabbiare, cosí ciascuno ha tirato fuori una parte di sé raccontando tutti gli episodi di rabbia. Con le lettere della parola rabbia, abbiamo deciso di fare una frase che rappresentava l’emozione: R=rende, A=alcuni, B=bellicosi, B=buffoni, I=insopportabili, A=antipatici. Abbiamo scritto le iniziali con i colori caldi, a partire dal rosso, poi la parola seguente, con gli stessi colori ma con una linea più sottile; accanto abbiamo messo degli hashtag che aiutavano a superare i momenti di rabbia:  #respira per dieci secondi per stare meglio; #apriti a qualcuno di importante per sentirti meglio;#perdona chi ti ha ferito.

All’inizio lavorare in gruppo non è stato facile, sia perchè avevamo idee totalmente diverse sia perchè non ci conoscevamo abbastanza. Poi pian piano abbiamo fatto squadra, ci siamo dati da fare e ci siamo divisi i compiti da svolgere. Alla fine, con l’impegno di tutti, abbiamo abbiamo raggiunto un buon risultato.

Questo laboratorio è stato molto divertente, ma soprattutto utile per conoscerci meglio e per farci riflettere sull’importanza delle emozioni belle o brutte. Inoltre abbiamo imparato che ognuno ha una storia passata, che ha qualche paura e che nessuno è perfetto, ma è proprio questo che ci rende unici. Purtroppo spesso sentiamo storie di adolescenti fragili e vittime e non sempre c’è un finale a lieto fine. Sentiamo il bisogno di essere ascoltati e rispettati. Per questo alla nostra età è molto importante confrontarsi con i coetanei o adulti, perché il parlare è il migliore antidoto contro la solitudine e la tristezza.

Ringraziamo la scuola e l’associazione “Antopaninabella” per averci dato questa magnifica opportunità.

Nicola D’Attoma, Flavia TittozziIl giorno 3 dicembre abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad un’esperienza nuova ed emozionante. In classe è venuta la dott.ssa Maria Alessia Monteleone, una psicologa molto simpatica e comprensiva dell’associazione “Antopaninabella”.

Nella prima attività ci ha chiesto di esprimere una parola o quello che ognuno di noi provava nei confronti della persona che avevamo accanto. Ad esempio una compagna ha detto che la sua vicina era per lei una persona speciale, molto affettuosa e piena di energie.

La dottoressa ci ha spiegato la differenza tra sentimento ed emozione. Ci ha parlato dell’ansia, della rabbia, della tristezza e della vergogna e poi ci ha chiesto di raccontare degli episodi in cui avevamo provato queste emozioni. Così abbiamo iniziato a condividere alcune esperienze vissute come il bullismo, i litigi con i genitori, le delusioni e paure. Ci ha colpito la storia di un compagno. Ha descritto un episodio, che gli ha trasmesso molta rabbia e molta tristezza, che talvolta possono essere collegate fra loro. Un giorno, durante un allenamento di pallanuoto, il mister lo aveva sgridato per l’assenza del giorno precedente ricordandogli, arrabbiato, le assenze dell’anno prima. Tuttavia il nostro amico non aveva colpa per quelle assenze che erano state causate da problemi di salute. Così quel rimprovero è stato percepito come offensivo e ingiusto.

Dopo i nostri racconti, la psicologa ci ha diviso in gruppi di lavoro e ci ha chiesto di realizzare varie attività su un cartellone in base alle emozioni di cui avevamo parlato. Al nostro gruppo è stata assegnata la rabbia e noi abbiamo scelto di realizzare degli slogan, un acrostico ed un piccolo disegno. Ognuno ha parlato di cosa gli dava fastidio e che cosa lo faceva arrabbiare, cosí ciascuno ha tirato fuori una parte di sé raccontando tutti gli episodi di rabbia. Con le lettere della parola rabbia, abbiamo deciso di fare una frase che rappresentava l’emozione: R=rende, A=alcuni, B=bellicosi, B=buffoni, I=insopportabili, A=antipatici. Abbiamo scritto le iniziali con i colori caldi, a partire dal rosso, poi la parola seguente, con gli stessi colori ma con una linea più sottile; accanto abbiamo messo degli hashtag che aiutavano a superare i momenti di rabbia:  #respira per dieci secondi per stare meglio; #apriti a qualcuno di importante per sentirti meglio;#perdona chi ti ha ferito.

All’inizio lavorare in gruppo non è stato facile, sia perchè avevamo idee totalmente diverse sia perchè non ci conoscevamo abbastanza. Poi pian piano abbiamo fatto squadra, ci siamo dati da fare e ci siamo divisi i compiti da svolgere. Alla fine, con l’impegno di tutti, abbiamo abbiamo raggiunto un buon risultato.

Questo laboratorio è stato molto divertente, ma soprattutto utile per conoscerci meglio e per farci riflettere sull’importanza delle emozioni belle o brutte. Inoltre abbiamo imparato che ognuno ha una storia passata, che ha qualche paura e che nessuno è perfetto, ma è proprio questo che ci rende unici. Purtroppo spesso sentiamo storie di adolescenti fragili e vittime e non sempre c’è un finale a lieto fine. Sentiamo il bisogno di essere ascoltati e rispettati. Per questo alla nostra età è molto importante confrontarsi con i coetanei o adulti, perché il parlare è il migliore antidoto contro la solitudine e la tristezza.

Ringraziamo la scuola e l’associazione “Antopaninabella” per averci dato questa magnifica opportunità.

Nicola D’Attoma, Flavia Tittozzi

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