Il 14 novembre, durante la Giornata Mondiale sul Diabete, in classe si è svolta una “lezione” speciale su questo argomento. Abbiamo così avuto l’occasione di conoscere molte informazioni e di riflettere a partire da un’esperienza personale.
Prima di tutto abbiamo scoperto che esistono vari tipi di Diabete.
C’è il Diabete di tipo 1, che è una patologia cronica e autoimmune che comporta la distruzione di alcune cellule per cui il pancreas non produce più insulina. Poi c’è il Diabete di tipo 2, detto anche alimentare, dovuto al cattivo funzionamento dell’insulina e che può essere compensato con un regime alimentare corretto.
Abbiamo capito che ci sono molti bambini, ragazzi e adulti che combattono contro questa malattia, che non è contagiosa ma subdola, perchè può comparire in età pediatrica e per questo deve essere “maneggiata” con cura. Per fortuna la tecnologia fornisce un valido supporto nel gestirla, mettendo a punto dispositivi sempre più efficaci come il sensore, il microinfusore e il controllo attraverso il cellulare. A questi bisogna abbinare uno stile di vita sano, come è consigliato a tutti.
Inoltre si è anche parlato di un’associazione di medici che si impegna a fornire le informazioni corrette perché si possa viver bene nei contesti quotidiani come la scuola, lo sport, il gioco.
Da questa attività abbiamo imparato che non bisogna MAI prendere in giro chi affronta questo problema, perché è gente normalissima proprio come noi e che ha imparato con forza e determinazione a convivere con il suo corpo, cercando di condurre una vita il più possibile nella normalità.
Siamo convinti che i ragazzi che soffrono di questa malattia siano dei combattenti perché non si arrendono mai e ogni giorno superano nuove prove, mentre noi spesso alla nostra età diamo importanza ad aspetti che, paragonati al loro vissuto, diventano futili.
Durante una testimonianza personale, ci hanno colpito la cattiveria e l’insensibilità che a volte si può subire dai coetanei, che spesso non hanno gli strumenti adeguati per comprendere la situazione; all’indifferenza e all’incomprensione bisogna invece saper opporre l’aiuto, la gentilezza e l’empatia.
Quindi, piuttosto che deridere chi è diabetico, proviamo semplicemente a stargli vicino quando ne ha davvero bisogno o a sostenerlo nelle sue sfide quotidiane, che non sempre possono apparire semplici da affrontare o gestire da soli.
Questa è stata davvero una grande lezione di vita che ci ha fatto crescere.
Alexandrina Abbatantuono, Vittoria Auricchio, Cristina Sala