Ero alle elementari, durante il periodo della dad, didattica a distanza ed ogni giorno andavo dai nonni e quel giorno per pranzo mi ero portato i ravioli ripieni. Mia nonna purtroppo è malata di Alzheimer questa malattia, con il tempo distrugge il cervello. La mia adorata nonnina era venuta nel soggiorno dicendomi:”Cosa sono questi, li devo cucinare?” ed io in quel momento chiesi alla maestra di poter andare in bagno per poter invece andare ad aiutare la mia nonnina per preparare il pranzo. Io le voglio un mondo di bene, più di quanto non se ne pensi, anche se lei adesso non mi riconosce più, sa che mi chiamo Giuseppe ma non sa che sono il suo adorato nipotino. A me da piccolo non piacevano le lasagne e la pasta al forno, e mia nonna era un’ottima cuoca, adesso che mi piacciono non le potrò più assaggiare, lei ormai non cucina più, non riesce a fare più niente e parla con molta difficoltà.. Un altro momento in cui ho messo la gentilezza al primo posto è stato quando mia zia, aveva bisogno di numeri del policlinico da chiamare ed io stavo studiando, ascolto tutto perchè ero vicino e cerco subito i numeri che le servivano. Voi adesso vi chiederete “A cosa servivano questi numeri?” Beh mia zia è malata di sclerosi multipla e le servivano i numeri del reparto di Neurologia del Policlinico di Bari,in breve, due persone importanti della mia vita hanno una malattia, una più brutta dell’altra. Però provo maggiore dispiacere per la mia nonnina, lei non si meritava tutto ciò, meritava il meglio non il peggio. C’è una persona che lei riconosce più di tutti, suo marito, ovvero mio nonno, una persona che l’ha amata per 53 anni e ha una pazienza che nessuno avrebbe, adesso che la mia adorata nonnina è malata, lui la amerà all’infinito, anche dopo la morte, lui ha sempre voluto il meglio per me e spero che un giorno lo renderò fiero dell’unico nipote maschio che ha avuto in tutta la famiglia. lo con il mio nonnino ho fatto molte cose da piccolo, disegnavamo, giocavamo, ma una cosa che adoravo fare con lui è pescare; è stato il primo ad insegnarmi a pescare e quando ho la possibilità in estate, vado al mare con la canna da pesca, una scatola di esche e una sedia e mi metto a pescare. Io sono sempre stato gentile, quando posso aiuto, anche facendo piccoli gesti di gentilezza a me fa piacere.
Un’altra volta in cui ho messo la gentilezza al primo posto è stato quando una mia amica si è lasciata con il suo fidanzato; era quasi un rapporto tossico, lei mi aveva scritto che stava male ed aveva bisogno di qualcuno, così decisi di andarla a trovare a casa sua, sono stato un pò’ con lei, l’ho consolata ed abbiamo chiacchierato un po’; preso atto che era tornata a sorridere, sono tornato a casa.
Giuseppe Breglia