Tra i libri che ho letto questa estate, quello che mi è piaciuto di più si intitola “Extra terrestre alla pari” di Bianca Pitzorno.
Racconta la storia di un extraterrestre di nome Mo che arriva sulla Terra dal suo pianeta Deneb.
I suoi genitori lo hanno portato lì per fargli conoscere un nuovo pianeta, affidandolo alle cure della famiglia Olivieri, che non ha figli, promettendogli di andarlo a riprendere quando avrà compiuto la maggiore età.
Da subito Mo si accorge di quanto sia importante per i terrestri capire quale sia il sesso di una persona, e quanto questo ne condizioni le scelte.
Cioè: se sei maschio devi vestirti con i pantaloni, devi giocare con le pistole o devi portare i capelli corti; invece se sei donna devi usare i vestiti, devi avere i capelli lunghi e puoi giocare solo con le bambole.
Ma su Deneb non esiste questa distinzione e i denebiani possono comportarsi e vestirsi come gli pare fino al raggiungimento della maggiore età. Infatti solo allora vengono a conoscenza del proprio sesso attraverso un’analisi del sangue.
Nel libro è descritto molto bene lo stato d’animo del protagonista che, non essendo abituato al modo di ragionare dei terrestri, si sente diverso e limitato nel rapportarsi ai suoi coetanei, con i quali vorrebbe giocare senza fare troppo caso ai giochi da utilizzare o al modo di vestirsi e pettinarsi.
Insomma il libro affronta il tema della differenza di genere e di come l’educazione dei bambini sia influenzata dai genitori e dal modo di pensare della società.
Nel leggere il romanzo anche io ho trovato assurdo il modo di ragionare dei terrestri perché penso che tutti i bambini, indipendentemente dal sesso, possano giocare tra di loro come più gli piace e non si debbano sentire in colpa per questo.
Davide Tria