Quest’anno abbiamo partecipato nell’auditorium della nostra scuola allo splendido incontro con Alessia Iotti, in arte “Alterales”, autrice del libro “La crisi climatica esiste e non è un unicorno!” ed un membro dei Fridays for Future. In questa occasione abbiamo parlato della crisi climatica e del fatto che anche le nostre piccole azioni quotidiane possono contribuire ad aggravarla.
Alessia Iotti, disegnatrice di fumetti ed attivista dei Fridays for Future, ha messo a frutto la sua capacità artistica per divulgare e raccontare, in modo immediato, argomenti in apparenza complessi, quali lo stato di salute del nostro Pianeta e l’eco-sostenibilità. Per lei non bisogna necessariamente essere scienziati per parlare d’ambiente: tutti, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa per salvaguardarlo…basta solo volerlo! Infatti mi ha colpito la sua espressione “Qualunque scelta o responsabilità prenderai verso l’ambiente, ricorda: non sei troppo piccol@ per fare qualcosa di grande. Ricordati che un piccolo seme può diventare un albero gigante.”
La nostra ospite, raccontando la propria esperienza, ci ha spiegato le cause di questo stato di emergenza e cosa tutti noi, nel nostro piccolo, potremmo e dovremmo fare per ribaltare questa situazione, trasformandola in un’opportunità di cambiamento. Protagonista del suo libro è Alterales, vero e proprio alter ego su carta della disegnatrice Alessia Iotti: buffa, ironica, goffa e curiosa, Alterales passa dal sentirsi costretta nei panni dell’attivista green a scegliere di essere parte attiva nella salvaguardia del pianeta. Si rende conto che la crisi climatica è qualcosa di reale, non un “unicorno”, frutto della fantasia di qualche scienziato, e così decide di affrontarla a modo suo, vivendola non come un insormontabile problema, bensì come una grande occasione. Per questo adesso è fondamentale poter scegliere, finalmente, di cambiare, e riuscirci tutti insieme, decidendo in modo consapevole, con ogni nostra azione, di contribuire alla soluzione della crisi climatica, rendendo così ciò che per noi è solo un piccolo gesto, un grande gesto per il futuro dell’intera umanità.
Leggere il libro è stata un’esperienza arricchente. L’autrice ha uno stile decisamente personale. Anche se punta sull’ “essenziale”, fatto di pochi e semplici tratti, i suoi disegni riescono ad essere particolarmente espressivi, “diretti”, lasciando intendere in modo chiaro al lettore il messaggio che intende trasmettere. E quello che inizialmente può apparire come disordine, caos, all’interno di ogni singola pagina del libro, in realtà si rivela come un metodo quantomai efficace per tenere sempre alto il livello di attenzione, quasi obbligando chi legge a seguire un percorso solo in apparenza complicato ed ingarbugliato e che, invece, giocando con i colori, i caratteri e l’ironia del testo, rendono la lettura “intuitiva”, fluida e piacevole. Così in poco tempo con “leggerezza” e ironia ci si ritrova all’ultima pagina del libro, con una nuova prospettiva; cambia il nostro modo di vedere le cose e fa scattare, in ognuno di noi la voglia di “fare qualcosa”, di diventare parte attiva di quel cambiamento che è necessario se vogliamo che continui ad esserci vita sul pianeta Terra.
Le pagine lette e l’incontro con l’autrice mi hanno fatto capire innanzitutto che, per sentirsi “ecologisti”, non basta semplicemente fare la raccolta differenziata. Piuttosto che la differenziata, dovremmo fare la differenza, avendo sempre bene a mente che tutto ciò che mangiamo, ciò che indossiamo, ciò che acquistiamo ed anche il modo in cui, quotidianamente, ci spostiamo, hanno un impatto negativo sulla salute del nostro Pianeta.
I cibi che consumiamo hanno un “peso ambientale” perché possono comportare un enorme consumo di acqua, di suolo destinato alla coltivazione del foraggio; a questo si aggiunge la deforestazione ed il conseguente innalzamento dei livelli di CO2, oltre alle emissioni di gas serra quali metano e protossido d’azoto. Adesso che lo so, proverò a farmi piacere di più frutta e verdura, magari a Km 0, in modo che l’impatto ambientale sia ridotto al minimo: sceglierò di mangiare ciò che fa bene a me, al Pianeta e a tutti, soprattutto agli animali.
Allo stesso tempo cercherò di effettuare i miei acquisti in modo non impulsivo, ma “consapevole”. Infatti produrre i capi d’abbigliamento che indossiamo e gli oggetti che utilizziamo comporta, necessariamente, consumo ed inquinamento di acqua, deforestazione, emissioni di CO2, oltre allo sfruttamento di persone il cui lavoro viene sottopagato. Per questo sarebbe utile comprare solo ciò di cui si ha effettivamente bisogno, evitando ogni tipo di spreco.
Anche i mezzi di trasporto “non sostenibili” sono inquinanti e per questo sceglierò il modo più ecologico possibile per spostarmi, affidandomi alle mie gambe o, al massimo, alla mia bici.
Nella parte conclusiva dell’inontro, Alessia ci ha fatto costruire delle barchette di carta; ce le ha fatte posizionare sul pavimento dell’auditorium. Inizialmente tutti pensavamo che fosse uno scherzo, ma lei ci ha spiegato che quelle barchette, tutte insieme, costituivano una flotta di… “giovani attivisti”, proprio come i Fridays for Future, disposti a fermare la crisi climatica, quindi a cambiare il mondo!
Adesso che so, non resterò fermo a guardare, non sarò un semplice spettatore dell’agonia del mio Pianeta.
Perchè, se tutti vogliamo, le cose possono davvero cambiare: nessuno può obbligarci a stravolgere le nostre abitudini alimentari, il nostro stile di vita, il modo in cui ci spostiamo, ma tutti possiamo scegliere di farlo perchè, nella situazione in cui ci troviamo, giunti al punto di non ritorno, è di sicuro la cosa più logica da fare.
Facciamo la cosa giusta, facciamola adesso!
Adesso… prima che sia troppo tardi!
Niccolò Lorusso