Seconda parte
Dopo le misteriose morti di Jones, Hendrix e Joplin, continuiamo il nostro viaggio tra i cantanti rock deceduti in circostanze simili all’età di 27 anni.
Jim Morrison, leader carismatico e frontman della band Doors, nell’ultimo mese della sua vita cominciava ad accusare attacchi d’asma e crisi respiratorie per l’abuso di alcol e fumo. I medici gli consigliarono di fare un viaggio ai Tropici, ma poco dopo tornò a Parigi.
Lì, nella notte del 3 luglio 1971, esattamente due anni dopo la morte di Brian Jones, iniziò a vomitare, ma non volle chiamare un medico e decise di fare un bagno. Fu trovato morto proprio nella vasca da bagno e la sua autopsia, che indicava arresto cardiaco dovuto a coaguli di sangue nell’arteria sinistra, non è da considerarsi attendibile, poichè effettuata diverso tempo dopo la morte e in maniera molto frettolosa.
La morte di Jim Morrison rimane ancora oggi avvolta nel mistero, considerato che le indagini furono chiuse qualche giorno in maniera approssimativa con la firma dell’autorizzazione alla sepoltura. Infine la notizia ufficiale della morte fu diffusa soltanto a funerale avvenuto.
Tuttora, molti sostengono che Jim Morrison non sia morto, ma che avesse inscenato la sua scomparsa per sottrarsi alla pressione della popolarità. Si ipotizzò anche un suo spostamento in Africa o alle Seychelles. Ipotesi sostenuta dal fatto che nel 1967, Morrison propose ai Doors di inscenare la sua morte per crescere di notorietà, inventando il soprannome “Mr Mojo Risin” per arrivare in Africa.
Altri, invece, sostengono la teoria di un complotto, secondo la quale, la morte di Jim fu orchestrata dalla CIA, insieme a quelle di Jones, Hendrix e Joplin, poiché ritenuti artisti scomodi. Questi cantanti avevano influenzato notevolmente l’allora contro-cultura dei giovani pacifisti americani, il “movimento “hippy”, nonché il dissenso dell’opinione pubblica in merito alle politiche dell’allora Presidente degli Stati Uniti Nixon a favore dei finanziamenti alla guerra del Vietnam.
Un’altra ipotesi vede Jim nel bar Circus in tarda serata che, dopo aver bevuto birra e vodka, viene ritrovato dai dipendenti del club intorno alle 3 di notte, accasciato e chiuso nel bagno del locale, morto per overdose. Visti i segni di schiuma e sangue fuoriusciti dalla bocca, viene deciso di nascondere l’accaduto trasportando il corpo del cantante, attraverso dei passaggi sotterranei che davano sul vicino ristorante Alcazar, a casa sua e di posizionarlo nella vasca da bagno.
Il termine giornalistico Club 27 fu però solamente adottato dopo la morte di Kurt Cobain, leader dei Nirvana, che, poco prima di morire, si era anche iscritto ad un programma di disintossicazione a Los Angeles, ma lo aveva abbandonato per tornare alla sua villa a Seattle. In quel luogo, la mattina dell’8 aprile 1994 viene ritrovato privo di vita da un elettricista. Le indagini hanno confermato il suicidio da un colpo di fucile alla testa, dopo aver assunto massicce quantità di eroina, ma recentemente è stata sviluppata anche l’ipotesi dell’omicidio, che colpevolizza la moglie Courtney Love.
Sul luogo del delitto è stata rinvenuta una lettera, che potrebbe essere una lettera d’addio. La prima parte potrebbe essere un addio al mondo della musica, mentre l’ultima parte sembra essere scritta da una calligrafia diversa.
Inoltre, la tesi dell’omicidio è sostenura dal fatto che la droga trovata nel suo corpo era talmente tanta, che gli avrebbe impedito di muoversi.
L’ultima morte in circostanze sospette avviene nel 2011 e riguarda la cantante Amy Jade Winehouse, più conosciuta semplicemente come Amy Winehouse, deceduta il 23 luglio 2011 nel suo appartamento a Londra. Nemmeno l’autopsia ha saputo definire la causa della morte, che in parte è stata provocata dall’aver assunto troppo alcol (pari a cinque volte superiore rispetto a quello tollerato mentre si guida) ingerito dalla cantante dopo un lungo periodo di astinenza.
La cantautrice non voleva suicidarsi, la sua morte è stata un incidente, ma secondo alcuni familiari, come suo fratello, la Winehouse sarebbe morta di bulimia, visto che ne soffriva sin dall’adolescenza.
Le sue ceneri, insieme a quelle di sua nonna, a cui era molto legata, furono disperse in un cimitero ebraico.
Questi artisti, che avevano in comune il fatto di essere spiriti liberi, talentuosi, amati dal mondo intero, mai dimenticati e celebrati dalle generazioni successive, avevano in comune anche una vita piena di sregolatezze riconducibili all’abuso di alcol e droga.
Infatti, l’unico conforto che trovavano era nell’eroina, nell’alcol e nei barbiturici proprio per bloccare l’ansia da prestazione alla quale venivano sottoposti costantemente.
Arianna Manfredi