Lo scorso 12 dicembre abbiamo avuto il privilegio di incontrare in classe l’autrice Florisa Sciannamea, una persona veramente straordinaria che ci ha presentato il suo libro “Dieci ragazze per me”. Si tratta di una raccolta di dieci racconti che hanno per protagoniste dieci donne. Florisa ci ha letto una di queste storie, “Il vestito a fiori” che ci ha fatto emozionare moltissimo anche per l’attualità del tema. Il testo parla di Maddalena, una ragazza solare che, invitata alla festa di compleanno della sua migliore amica, compra per l’occasione un bellissimo vestito a fiori: vuole farsi bella perché andrà alla festa con il suo fidanzatino, visto che la sua amica, che le vuol bene e vuole vederla felice, le ha permesso di portarci anche lui, sebbene non lo conosca ancora. Arrivati alla festa, il fidanzato si mostra insofferente, sembra si annoi e vuole stare da solo con Maddalena, perciò le chiede di scendere giù in cortile. Maddalena lo asseconda. Il ragazzo la conduce a piedi in un posto buio dove prima abusa di lei, poi la soffoca con le sue stesse mani. Rispetto ad altri racconti della raccolta, questo non parla di una storia vera, una Maddalena non esiste nella realtà, ma tante Maddalene sì. La vicenda è terribilmente verosimile nella sua tragicità, non è tutto frutto della fantasia dell’autrice. Di tutta la raccolta, che alcuni di noi hanno poi avuto voglia di leggere proprio a seguito di questo incontro con Florisa, questo è il brano che ci ha colpito di più: ci sono tanti ‘orchi’, come dice l’autrice, e non bisogna fidarsi sempre delle persone. Questo primo incontro con Florisa è stato seguito, lo scorso venerdì, da un secondo. L’autrice si è resa disponibile ad essere intervistata. Abbiamo parlato ancora e più in generale di Dieci ragazze per me, un libro adatto ad un pubblico adulto ma anche di adolescenti, che tratta di argomenti a volte duri e difficili – come altri libri della stessa autrice – ma è scritto con parole semplici e significative. Fa comprendere la bellezza delle imperfezioni, dell’ironia, dell’audacia, del sogno, della fantasia, della speranza, ma soprattutto dell’amore in senso lato.
Ha avuto delle difficoltà nello scrivere il libro? Se sì quali? Non ho avuto nessuna difficoltà nello scrivere il libro poiché tutte e dieci le figure femminili presenti hanno attraversato la mia vita; quindi il testo è in parte autobiografico. L’argomento che per me è stato più difficile da trattare è il Male nel racconto di Maddalena.
Nel suo libro ha fatto riferimento a molte persone della sua famiglia nei primi capitoli, mentre successivamente ha introdotto molte altre figure esterne ad essa. Come mai ha scelto questa struttura?
Per dare ritmo e dinamicità alla storia. E’ questo il compito dello scrittore, scrivere una storia con un protagonista e un antagonista ma anche arricchirla di una specie di coro di figure meno importanti ma comunque fondamentali per l’equilibrio della narrazione.
Qual è la ragione del titolo? Soprattutto ci ha incuriosito quel “per me”.
Voi non potete conoscerla perchè è una canzone di tanti anni fa, ma il titolo richiama proprio quello di una famosa canzone di Lucio Battisti .
Lei si rispecchia in una storia in particolare del suo libro?
Un po’ tutte mi appartengono perché è un libro autobiografico alla fine. Ma quella che mi coinvolge di più è la storia di Maddalena, l’unica non vera, nel senso proprio del termine.
Quando scrive un nuovo libro ha già tutta la storia in mente o la elabora mentre lo scrive?
Certamente all’inizio c’è un’idea da cui partire e su cui si crea un canovaccio, ma solo andando avanti nella scrittura del libro posso comprendere se è la strada giusta. E quasi sempre succede che la prima scrittura non sia mai quella giusta. Compio più un lavoro di scultura che di pittura, tolgo invece che metto. Naturalmente sono io a guidare il racconto.
Quali delle storie trattate nel libro, secondo te, possono trasmettere qualcosa ai ragazzi?
Credo che le storie più significative, che possono trasmettere qualcosa ai ragazzi, siano quella di Maddalena per le ragioni che ci siamo detti nel nostro precedente incontro ma anche quella che racconta della mia professoressa di storia dell’arte, perché fa capire cosa significa insegnare in generale ma anche e soprattutto quanto sia importante educare al bello, oggi più che mai, ai ragazzi più che mai.
Quando lei parla ai ragazzi delle scuole certamente loro apprendono tanto. Perché lo fa? Le succede di apprendere anche lei qualcosa da noi?
Entro nelle scuole per conoscervi meglio e scoprire come vivete, pertanto mi arricchite tantissimo anche voi. I libri devono essere dei veicoli di contenuti e devono arrivare a voi in maniera giusta e mi serve conoscervi per raggiungere il fine che mi precludo. Ogni testo ha una finalità educativa: le fiabe e le favole, per esempio, possono sembrare delle narrazioni facili per bambini, ma in realtà contengono messaggi significativi e profondi, a volte anche difficili da comprendere.
Abbiamo ringraziato Florisa. Ci auguriamo di incontrarla di nuovo e di leggere ancora le sue storie.
G. Bennardo – E. D’Ursi – C. Rutigliano – R. Battista