Giovedì 11 gennaio con la mia classe ho assistito nell’auditorium della scuola allo spettacolo Stoc Ddo di Sara Bevilacqua.
E’ stato molto emozionante. L’attrice si è calata perfettamente nel ruolo della Signora Lella Fazio, rappresentando sulla scena esattamente le sue reazioni: la voce triste, disperata e rotta dal pianto, la caduta dalla sedia, il bicchiere d’acqua e l’accento barese rendevano il tutto così reale, da sembrare che gli eventi le fossero accaduti personalmente. Quando poi la mamma di Michele ha raccontato in prima persona la tragica vicenda da lei vissuta a partire da quella fatidica sera del 12 luglio 2001, ho provato un vuoto allo stomaco in simbiosi con il suo dolore, come se mi avessero infilato un coltello nella pancia.
La signora Fazio ci ha parlato da mamma, con il cuore in mano, ha descritto la dolcezza e l’ingenuità di Michele, il suo carattere generoso e solare, i suoi rapporti con gli amici, i suoi sogni e progetti per il futuro.
Era molto evidente il suo desiderio di essere tra i giovani: condividere la sua triste esperienza e rispondere alle nostre domande e curiosità con tutto l’amore che può, sicuramente l’aiuta a superare il dolore e la fa sentire più vicina a suo figlio.
Non oso immaginare cosa significhi perdere un figlio, ho sempre sentito la frase “Non è naturale che un genitore sopravviva a un figlio”, e ora, dopo aver conosciuto la signora Lella e lo strazio che il destino le ha riservato, ne capisco il significato profondo.
Condivido in pieno il percorso che ha deciso di intraprendere questa mamma, che racconta quanto le è accaduto per abbattere il muro di omertà che purtroppo ancora ci circonda, per far capire ai giovani come quelli che hanno assassinato Michele, seppur per errore, che la strada della malavita non porta mai a nulla di buono.
L’attrice e regista Sara Bevilacqua ha scelto come titolo dello spettacolo l’espressione ”Stocc ddo”, che è un’esclamazione della signora Lella rivolta in segno di sfida a chi ha visto, ha sentito ed era a conoscenza di fatti e particolari mai riferiti alle forze dell’ordine o alla famiglia di Michele. Per questo, secondo me, questo titolo è davvero azzeccato e incisivo.
Se ti avessi conosciuto, Michele, saremmo diventati sicuramente amici. Che la tua anima riposi in pace e che la tua esperienza possa spingerci a difendere i valori della legalità e del rispetto degli altri.
Paride Padolecchia