Cara Giulia, come stai?
Forse non potrai leggere questa lettera, ma sono sicuro che in qualche modo ti arriverà fin lassù l’intensità dei miei sentimenti.
Voglio esprimerti tutto il dispiacere che provo per te e per la tua famiglia a causa della tragedia di cui sei rimasta vittima. Se sei preoccupata per papà, per tua sorella Elena, ti posso assicurare che sono forti e che della tua tragedia hanno fatto motivo per andare nelle scuole per educare i giovani a dire “no alla violenza” e a nutrire sentimenti di rispetto reciproco, amicizia e amore.
Sono sicuro che non stai odiando Filippo che ti ha tolto la vita, il bene più prezioso, piuttosto sei delusa che al rispetto e all’attenzione che hai riservato a lui, anche quella sera, lui abbia risposto togliendoti la vita, come se tu fossi un oggetto di sua proprietà.
Anche noi siamo molto delusi di lui.
Eri una ragazza studiosa, intelligente, solare e allegra.
Quella sera, immagino, volevi provare a far uscire Filippo dalla depressione nella quale stava sprofondando, condividendo l’emozione per la tua prossima laurea. Sai che quella tanto attesa laurea te l’hanno comunque conferita? E non è stata una laurea finta, è stata una laurea che ha premiato il tuo impegno costante nello studio ma anche a vivere una vita ricca di valori.
Sono sicuro che ora sei felice, hai incontrato tua madre, che avevi perso un anno fa, ma soprattutto sei felice perché sei stata fedele sino alla morte ai valori in cui credevi: la gioia di vivere, la libertà, il rispetto per gli altri, l’amicizia e l’amore.
Ciao Giulia, ti voglio bene, sarai per me sempre un punto di riferimento.
Andrea Demarco