Il racconto dei ragazzi del Marconi-Hack a proposito della trasferta in territorio veneto
Ci rivolgiamo ai ragazzi che frequentano la classe terza del nostro liceo Hack che hanno superato la fase nazionale della gara di Robcup e che prossimamente prenderanno parte a quella europea: Chiarulli Alessandro, Clemente Giuseppe, Montrone Gabriele, Recchia Mario (partecipanti nella categoria della Rescue Line).
Innanzitutto, ci potreste raccontare in cosa consiste la Rescue Line?
“Generalmente è il completamento di un percorso a ostacoli. In pratica viene posta una linea nera su uno sfondo bianco, e il robot deve seguirla, superando tutte le deviazioni e gli ostacoli che incontra. Infatti, durante la corsa, ci possono essere delle interruzioni di linea, oppure degli ostacoli a terra, o degli ostacoli fisici, che il robot deve aggirare, come per esempio incroci, vicoli ciechi, delle rampe o delle altalene…”
“Il tutto ha un significato profondamente simbolico: la Rescue Line si basa sul fatto che il robot, dopo aver superato tutto il percorso a ostacoli, debba giungere in una stanza, all’interno della quale sono presenti delle palline, che rappresentano le vittime umane che devono essere salvate. Dunque, metaforicamente, lo scopo di questa tipologia di competizione è quello di dimostrare come i robot possano prendere delle decisioni e possano intervenire in modo efficace nella vita umana e nei suoi problemi, arrivando a fare cose che l’uomo non sarebbe in grado di fare”
“Nella stanza di evacuazione, quella dove deve arrivare il robot, ci sono 3 palline, di cui due argentate che rappresentano i feriti ancora vivi, e una nera che rappresenta la vittima morta. Il robot ha il compito di trasportare le 2 palline argentate nella zona verde, nella quale ci sono i vivi, e di trasportare quella nera nella zona rossa, che è quella dove vengono portati i morti.”
E poi aggiungono: “A partecipare a questa competizione c’erano ben 80 squadre, provenienti da tutta Italia, e l’obiettivo dei 3 giorni era di qualificarsi per la gara finale, che si è tenuta il sabato.
Ogni giorno, attraverso le gare, veniva effettuata una sorta di “scrematura”, fino ad arrivare alla fase finale, alla quale avrebbero potuto accedere solo le prime 15 squadre nella classifica, realizzata mediante i vari punteggi accumulati durante le fasi di scontro.”
Quali sono stati gli orari della trasferta?
“Quando siamo partiti, essendo molto presto, abbiamo dormito un po’, visto il sonno arretrato.” Abbiamo cominciato il nostro viaggio alle 4:15; durante il viaggio ci siamo fermati tre volte ad un autogrill”
Siamo arrivati a Vicenza alle 15:00, il pullman ci ha accompagnati direttamente in hotel, nel quale siamo entrati alle 18:00.
Per il ritorno, siamo partiti intorno alle 14:00, quindi subito dopo le gare finali, e siamo giunti a Bari intorno a mezzanotte.
Cosa avete fatto appena arrivati?
Il primo giorno i capisquadra di entrambe le categorie si sono riuniti per ritirare le autorizzazioni e informazioni necessarie allo svolgimento delle gare.
“In questo contesto ci siamo dovuti confrontare anche con l’accento veneto dei giudici, il quale è molto differente dal nostro e a volte facevamo fatica a comprenderli.”
Come si sono svolte le vostre giornate?
“Le nostre giornate si svolgevano in questo modo: la mattina si gareggiava dalle 8:00 alle 15:00, per l’ora di pranzo consumavamo un pasto, offerto sempre dagli organizzatori di questa competizione, successivamente rientravamo in hotel per lavorare e programmare ed essere pronti, il giorno seguente, a raggiungere un punteggio più elevato, basandoci su quanto appreso dalle gare di quella stessa giornata.”
“Successivamente ci attendeva la cena, e dopo esserci rifocillati in hotel ed essere tornati nelle nostre stanze, continuavamo a prepararci per la gara seguente, lavorando sodo fino a notte fonda”
Quanto durava ogni singola performance? Che cosa siete riusciti ad imparare da ogni singola fase?
“La durata massima di ogni prova era di circa otto minuti, anche se in realtà il robot poteva percorrere tutto il percorso anche in meno tempo. Infatti, a parità di prestazione, e quindi di punteggio, aveva la meglio la squadra che aveva fatto il tutto nel minor tempo possibile.”
A proposito di questo, i ragazzi affermano: “Le prime due giornate sono state abbastanza intense, in quanto nonostante tutto il duro lavoro portato avanti nelle settimane precedenti, ci siamo dovuti destreggiare anche in quella che è stata la fase di adattamento e perfezionamento di alcuni elementi che abbiamo potuto scoprire solo vivendo, fase dopo fase. Dunque, non è corretto pensare che il lavoro di preparazione sia stato l’unica attività portata avanti.
Avete un qualche aneddoto da condividere?
“Sì, ed è qualcosa che non ci scorderemo mai!”
“Le classifiche erano sempre in continuo aggiornamento, in base a quelli che erano i vari calcoli dei punteggi che di volta in volta i giudici facevano.
Una volta giunti in albergo, intorno alle 17:00, dopo la penultima gara, eravamo quarantesimi in classifica. Dopo un po’, intorno alle 19:00, consultando nuovamente il sito ufficiale sul quale era caricata la classifica, abbiamo appreso che eravamo passati al dodicesimo posto.”
“Ovviamente, come potete immaginare, eravamo al settimo cielo, in quanto iniziava ad esserci una speranza di poter partecipare alla competizione finale che si sarebbe tenuta il giorno seguente.
Alla fine, non appena arrivato l’orario di chiusura delle classifiche, eravamo scesi un pò…,
ma eravamo quindicesimi! Questo voleva dire che avevamo passato la selezione e che potevamo gareggiare nella gara finale, anche se veramente per un pelo!”
Come è stato per voi il momento nel quale hanno annunciato i finalisti?
Sapevamo di aver fatto un buon lavoro, ma nel momento in cui hanno nominato al terzo posto la nostra squadra, gli Hackatronici, abbiamo dato sfogo ad un urlo pazzesco, che esprimeva perfettamente la nostra contentezza per il grande risultato conseguito.
“Siamo arrivati terzi, e ciò vuol dire che tutto il lavoro che abbiamo fatto, l’impegno che ci abbiamo messo, la forza e la dedizione che abbiamo dimostrato ampiamente di avere sono state finalmente ripagate con questo ottimo risultato del quale siamo contentissimi e fierissimi di noi stessi.”
Cosa pensate di questa esperienza? Qual è l’obiettivo al quale aspirate?
“E’ stato un percorso molto difficile da portare avanti, un percorso molto duro, travagliato, e sicuramente non privo di ostacoli. Ma siamo stati bravi a tenere duro e ad impegnarci, fino all’ultimo! E adesso possiamo festeggiare, con la coppa in mano, con la mente alle gare europee e con l’aspirazione di poter raggiungere un ottimo posto anche in quell’altro contesto.”
“Per quest’anno, puntiamo ad arrivare ai primi posti anche nelle gare europee. Ma siamo determinati a scalare le classifiche mondiali e ad arrivare ai primi posti nel mondo intero”.
Ci rivolgiamo ad alcuni dei ragazzi della categoria “On stage”. Come è stato per voi vivere questa esperienza, essendo così giovani, ma evidentemente così pieni di talento?
“Sicuramente è stato un evento che ci porteremo nel cuore. Il fatto di aver condiviso diverse giornate con i nostri coetanei, lontani dalle nostre realtà, di stare a contatto con persone provenienti da ogni parte di Italia, di esserci impegnati duramente e di aver potuto toccare con mano le dinamiche di queste competizioni, è stato qualcosa di profondamente formativo, soprattutto vista la nostra giovane età.”
“ In generale, questa esperienza ha fatto nascere molte amicizie tra di noi, tra i più piccoli che frequentano il primo anno, e i ragazzi più grandi, dai quali abbiamo potuto apprendere tanto.”
Le due squadre, gli Epicurei e i Darwiniani, si sono classificate rispettivamente al sesto e al nono posto. Cosa avete da dire riguardo a questo traguardo raggiunto?
“Abbiamo affrontato il tutto con estrema calma. In generale, siamo comunque molto soddisfatti, perché nonostante la nostra giovane età abbiamo dimostrato un’abilità nella lavorazione e nella programmazione dei robot che neanche noi pensavamo di poter dimostrare. I risultati raggiunti in classifica sono stati abbastanza ottimali, niente male essendo per la maggior parte di noi la prima esperienza di questo tipo.”
“Ovviamente il fatto che la maggior parte degli elementi della squadra fossero di primo superiore, quindi piuttosto giovani ed essendo dunque alle prime armi, ha influito su alcuni aspetti, sui quali avremmo potuto lavorare maggiormente.”
“Quali sono stati i punti di debolezza che non vi hanno permesso di ottenere un punteggio maggiore?”
Ci risponde uno dei ragazzi della squadra dei Darwiniani.
“Il nostro robot, come affermato dai giudici, era ben strutturato, tranne per la carrucola. Durante la sceneggiatura esso avrebbe dovuto percorrere una strada e salvare un uomo che era caduto da un dirupo. Mentre il robot risaliva la corda, dopo aver recuperato l’uomo, si è fermato a metà.”
“Ci sono stati anche altri aspetti che ci hanno penalizzato, ossia il poster e il technical demonstration video, un video dove viene mostrato l’interno del robot, il meccanismo e viene introdotta la sceneggiatura.”
In caso di una futura partecipazione sappiamo che dovremo impegnarci maggiormente su queste due cose, che sono molto importanti per acquisire più punti ai fini di pervenire ai posti più elevati in classifica”
Una ragazza della squadra degli Epicurei afferma anche questo: “Sicuramente l’idea di programmare il nostro robot ,affinché potesse rappresentare quella che è la storia del Piccolo Principe ,è stata un’ottima idea, anche se penso che sarebbe stato ancora meglio se avessimo studiato anche una parte di recitazione umana, che avrebbe fatto in modo di creare una sorta di equilibrio tra gli attori, robot e umani.”
Sappiamo che siete riusciti ad avere l’occasione di visitare un po’ la città di Vicenza. Vi è piaciuta?
“Sì, siamo riusciti a fare un giretto, scoprendo una città molto carina, dove il verde era il colore predominante. Infatti abbiamo potuto notare la presenza di tante piante e vegetali, che suggerivano una sensazione di pace e tranquillità, caratteristiche che abbiamo scoperto essere proprie di Vicenza. Essa è una città monumentale molto antica, infatti abbiamo visitato anche un antico teatro Olimpico, il quale risulta essere il primo teatro stabile coperto in tutto il continente europeo.”
Ed è così che i ragazzi ci lasciano. Ora il prossimo appuntamento che vede la nostra scuola protagonista con la squadra della Rescue Line è dal 7 al 10 giugno per le gare europee, che si terranno in Croazia. Riusciranno i nostri Hackatronici a scalare le classifiche anche in ambito europeo?
Angelo Pappalardo, Sarah Minunno (Liceo delle Scienze Applicate Margherita Hack)