Martedì 18 aprile, nell’ambito del progetto sulla Mobilità sostenibile organizzato dal Ministero dei trasporti e delle Infrastrutture, è venuta nella nostra scuola la dott.ssa Elisabetta Ranieri, istruttrice di guida e formatrice dell’ACI.
Insieme a insieme a lei abbiamo parlato del P.U.M.S ovvero il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile.
Abbiamo constatato che nella nostra città, Bari, sono in atto numerose iniziative volte a migliorarla per renderla un luogo sempre più all’avanguardia e inclusivo. Infatti il Comune si è attivato progettando dei semafori sonori e aggiungendo nuovi percorsi a rilievi, sulle strade e sui marciapiedi, per permettere alle persone con disabilità di essere indipendenti e poter svolgere azioni quotidiane, come una semplice passeggiata, in autonomia.
La questione della mobilità, come si sa, è connessa alla questione ambientale e coinvolge tutto il pianeta.
Nel mondo c’è troppo inquinamento e per questo uno sviluppo sostenibile è fondamentale per preservare noi e le nostre generazioni future. Infatti, nell’ottica del raggiungimento dell’obiettivo n. 11 dell’Agenda 2030 (città e comunità sostenibili), l’Unione Europea si impegna a ridurre le emissioni di gas serra entro il 2050. Per raggiungere questo traguardo c’è però bisogno che ognuno di noi agisca, contribuendo anche nelle piccole azioni di ogni giorno, come per esempio l’uso di trasporti ecologici.
La micromobilità o mobilità dolce è la mobilità relativa a percorsi brevi e distanze ridotte, che prevede l’utilizzo mezzi di trasporto più leggeri e meno ingombranti, ma soprattutto meno inquinanti.
Uno dei veicoli più recenti, ormai molto diffuso sia tra i più giovani che i più grandi, è il monopattino elettrico. Questo mezzo di trasporto è stato distribuito in fase sperimentale sino al luglio dello scorso anno, ma ora ci sono delle regole ben precise da rispettare: può essere guidato dall’età di quattordici anni, e per i minori di diciotto anni è previsto l’obbligo del casco di sicurezza. Non prevede posti a sedere, non si può viaggiare in due, deve essere dotato di luci, frecce, freni, limitatore di velocità, indicatore di direzione e deve essere riconoscibile in caso di scarsa visibilità. Il monopattino elettrico non è soggetto a immatricolazione, targatura e copertura assicurativa personale; può raggiungere solo i 6km/h nelle aree pedonali e un massimo 20km/h nelle altre aree. Ovviamente non può circolare contromano e può andare sui marciapiedi solo se portato a mano.
Come testimoniano i dati e la cronaca, può essere molto pericoloso guidarlo, perché è un mezzo sensibile alla presenza di un manto stradale irregolare e il corpo del conducente è molto esposto. Proprio per questa ragione, sarebbe raccomandabile munirsi di giubbotto catarifrangente, ginocchiere e gomitiere, per evitare eventuali lesioni gravi a causa di un incidente.
Un altro mezzo a noi ben noto è la bicicletta.
E’nata nel 1817 in Germania e da allora si è molto diffusa in tutto il mondo, perché pratica, maneggevole, economica. Nel tempo si è evoluta e oggi esistono oltre alle versioni tradizionali, tre tipi di bici elettrica: la city-bike (può essere guidata da tutti e ha un piccolo kit di elletrificazione), la bicicletta a pedalata assistita (dotata di un piccolo motorino che le consente di raggiungere fino ai 25 km/h), infine la Speedy bikeè (equiparata ai ciclomotori perchè può raggiungere fino ai 45 km/H; pertanto può essere guidata solo a quattordici anni e con patente di guida AM).
La bicicletta, anche se meno pericolosa di un monopattino, necessita di dispositivi di sicurezza: luci, catadiottri e campanello non possono mancare, soprattutto di sera andrebbe indossato anche un giubbotto catarifrangenteper permettere di essere visibili dalle auto già dai 50m.
Allo stato attuale si sta valutando e codificando l’uso in via sperimentale di altri mezzi già presenti in Europa come l’hoverboard, il segway e il monowheel, che potrebbero essere delle buone soluzioni sostenibili anche per i più piccoli.
Al termine dell’incontro la formatrice ci ha illustrato gli effetti sulla guida e sulle capacità di reazione dell’uso di sostanze alcoliche o stupefacenti. Ha precisato che questi comportamenti pericolosi per sé e per gli altri vengono duramente sanzionati.
Ho trovato questa iniziativa molto interessante e formativa, perchè mi ha fatto riflettere sulle regole e sui comportamenti responsabili nel piccolo e nel grande contesto e mi ha preparato a situazioni che potranno verificarsi fra qualche anno.
E’ importante agire “usando la testa”, perché ognuno di noi può fare la differenza.
Margherita Minafra