In ambito scolastico, sociale, sportivo e in tanti altri, sentiamo spesso parlare di “note”, le quali, il più delle volte, hanno sempre una concezione alquanto negativa.
Infatti, la nota viene da sempre definita come un breve appunto nella quale si evidenziano dei comportamenti negativi che una qualsiasi persona ha compiuto.
Ma basta cambiare ambito per comprendere come essa possa essere positiva: ci spostiamo nella sfera musicale dove la nota viene vista come musica e, quest’ultima, viene vista come sottofondo della propria vita o anche come parte integrante di essa.
Inizialmente, però, la musica era vista solo come accompagnamento dei miti, che venivano tramandati per via orale, facendo così nascere la musica più di 55.000 anni fa.
Solo nei secoli successivi la musica avrà un’importanza sempre maggiore, dove ci sono persone che vivono proprio per l’arte del comporre musica e, a sua volta, persone che sono state salvate da questa.
No, non sono drammatica quando dico la solita frase fatta “la musica salva la vita”: sono molteplici le testimonianze che lo dimostrano. Ricordiamo tutte le canzoni scritte per l’Ucraina, create per far sentire la vicinanza mondiale a un popolo così degradato dalla guerra e per far riaccendere tra i cittadini della nazione la speranza di un ritorno alla normalità.
I social sono stati fondamentali sotto questo punto di vista: grazie a questi abbiamo visto un pianista che suona per l’ultima volta nel suo appartamento, il coro dell’Opera House che canta il Nabucco a Odessa o il violinista che trasmette in diretta la sua musica dal suo bunker, al quale si affiancano vari colleghi provenienti da tutto il mondo, rendendo così il video virale globalmente.
Ma, parallelamente a questo fenomeno, è presente anche la musica prodotta da altra gente che salva altre persone.
Se tanti erano gli esempi di musica che salva la singola persona, ancora di più sono gli esempi di musica altrui che salva gli altri.
Ci spostiamo in Iran, dove tra le guerre e le fughe, Ramin Bahrami è stato salvato da Bach, che definisce “uomo eccezionale” mentre parla della sua conversione al cattolicesimo, in quanto Bach ha creato così tanta musica per Cristo che l’ha portato sulla retta via.
Marco Sentieri, invece, ci dice che la musica gli ha salvato la vita in quanto l’ha aiutato ad uscire dalla depressione dovuta agli atti di bullismo che ha subito a scuola.
Infine, dall’Italia ora arriviamo a New York dove Ricky Russo, un giornalista, scrittore, conduttore radio e tv triestino che si è trasferito in America da ormai 3 anni, ha trovato il modo di rendere concreta la sua passione per la musica. Infatti afferma che la musica gli ha salvato la vita più di una volta, anche quando era immerso nel dolore a causa della morte di suo padre a causa del covid.
Musica: 6 lettere, 3 sillabe e mille storie che si celano dietro e che esprimono quanto la musica dia ormai il giusto ritmo alle vite di tutti, riuscendo non solo a ravvivare tutti quei giorni o momenti bui, ma anche a far vivere storie diverse da quelle quotidiane, un po’ come accade durante la lettura del libro. Allo stesso tempo, la canzone stessa può anche rappresentare una situazione o un momento vissuto che può far sentire l’ascoltatore capito dalla musica e aggrapparsi a questa sensazione di sicurezza e protezione.
È proprio l’insieme di queste idee che si hanno della musica che la rendono così tanto importante e utile al giorno d’oggi, soprattutto per la nuova generazione che quasi tenta di rifugiarsi in questo mondo, rendendola, alla fine, ciò che davvero li salva, facendoli sentire in quella che definiscono “reale casa”.
Noemi Guerra (Liceo delle Scienze Applicate Margherita Hack)