Perché ho due mamme? Perché ho due papà? Queste sono le tipiche domande che si pongono i bambini nati o cresciuti in famiglie arcobaleno.
Ne abbiamo dibattuto in classe, partendo dalle molte manifestazione in piazza tenutesi negli scorsi giorni in alcune città italiane (Milano, Genova, Roma): le famiglie arcobaleno hanno fatto dei flash mob per sollecitare il governo ad emanare una legge per il riconoscimento alla nascita da parte di entrambi i genitori, per i i figli e le figlie delle coppie LGBT a prescindere dallo status della coppia. La notizia ha sollevato in noi, ragazzi in crescita, uomini e donne di domani, mille domande e tanta riflessione. Ci siamo informati e abbiamo condiviso in classe.
Cosa sono le famiglie arcobaleno? Sono famiglie formate da coppie omosessuali con figli, ovvero persone dello stesso sesso che danno vita al concetto di omogenitorialità. L’appellativo “arcobaleno” deriva dalle innumerevoli opzioni che possono caratterizzare un nucleo familiare, quindi, coppie che ricorrono alla autoinseminazione o alla procreazione assistita, realizzando, così, il desiderio genitoriale grazie alla collaborazione di una madre surrogata. Ma nella definizione “arcobaleno” rientrano anche donne e uomini che formano una famiglia omosessuale dopo la presa di coscienza di una nuova identità sessuale, nella quale vengono inclusi anche i figli avuti da una precedente relazione eterosessuale.
Il tutto può sembrare molto complicato da comprendere, resta che, in una società democratica, si dovrebbe dare spazio a scelte legittime che alcuni purtroppo giudicano erroneamente immorali.
Nonostante infatti la società stia facendo passi avanti da questo punto di vista, qualsiasi tipo di diversità fatica ad essere accettata: anche i bambini che vivono in condizioni svantaggiate, con difetti fisici o persino con disabilità vengono spesso derisi.
Così le coppie omosessuali si trovano ancora oggi a combattere giorno dopo giorno, per sé e per i propri bambini, contro i messaggi sociali di omofobia o transfobia. Forse è il momento che ognuno di noi faccia la propria parte e difenda queste persone, promuovendo nella società i valori del rispetto reciproco e dell’accoglienza, della tolleranza e dell’ascolto del prossimo, dell’uguaglianza tra generi e della fiducia. Sicuramente ci sono tante cose che a noi ragazzi sfuggono, cose più grandi di noi ma di certo ”chiacchierare” su una questione cosi complicata ci ha fatti sentire un po’ più grandi forse perché si cresce non solo con le pagine di antologia ma anche confrontandoci con il mondo attraverso una notizia letta sul giornale o sentita al telegiornale …
Luca Masanotti e Sofia Tucci