Love is love: famiglie arcobaleno in lotta
“Non puoi fermare l’amore, al massimo puoi fargli lo sgambetto. Ma lui si alza in piedi e va avanti”: il toccante monologo di Luciana Littizzetto a ‘Che tempo che fa’ sulle famiglie arcobaleno, dopo il divieto di trascrizione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali ci ha colpito molto.
Queste sue riflessioni sono molto simili a quelle che abbiamo espresso noi in classe, in un dibattito che sicuramente ci ha fatto riflettere.
“Non discriminate i bambini per il modo in cui sono stati concepiti o per l’identità dei genitori. Pensate ad aiutare le famiglie e non a rendergli la vita ancora più difficile. O sembrerete come chi vuole asciugare il mare con il mocio”. In una frase Luciana Littizzetto fotografa la quantità immensa di bigotti che popola il nostro Paese, che puntano il dito su chiunque sia diverso, quando in realtà l’amore è e deve essere un valore universale, senza confini ben delineati.
Pochi giorni prima dello stop alla trascrizione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, l’associazione che riunisce le famiglie omogenitoriali in Italia, denuncia una destra che si stringe ogni giorno di più sulle famiglie omogenitoriali in Italia.
Dal pressing del ministro Piantedosi al sindaco di Milano, passando alle ultime dichiarazioni della ministra. «Sono ossessionati», ripete Crocini, che dal primo giorno di Governo combatte per mantenere i diritti della comunità LGBT. «Meloni stavolta ha fatto male i conti, la società civile fa il tifo per i nostri figli, i cattivi sono loro».
Ma questa legge è davvero giusta, come dice Giorgia Meloni, cioè è davvero stata pensata a tutela dei bambini?
Ma ecco che arriva un’altra domanda, senza darmi il tempo di pensare a una possibile giustificazione.
E’ giusto negare a delle persone unite dall’amore la gioia di un figlio? E’ giusto che l’ex ministro della famiglia Lorenzo Fontana si sia dichiarato contrario alle famiglie arcobaleno con la giustificazione “di difendere la natalità del Paese”, in tal modo indignando la comunità LGBT+ italiana?
E’ giusto che abbia definito le famiglie arcobaleno “famiglie schifezze”, meravigliandosi anche della loro esistenza sul suolo italiano?
La cosa più difficile per queste persone non è solo gestire il ruolo complicato di genitore, ma i pregiudizi negativi di cui sono vittime continuamente. Per molti italiani questo è ancora uno scandalo (nonostante il Medioevo si sia concluso secoli fa).
Le coppie omosessuali sono composte da semplici esseri umani! Perciò è più importante chiederci se sia giusto che le famiglie arcobaleno debbano lottare contro le discriminazioni.
Gli italiani temono la novità, ma la società è in continuo cambiamento. Se non avessimo accettato le innovazioni in passato, adesso ci troveremmo ancora ad affrontare i matrimoni combinati!
L’unica cosa che cercano i bambini è una famiglia amorevole, non importa se sia formata da due donne, da due uomini o da una donna e un uomo. Alla fine, come si dice? Love is love. L’amore è amore.
Ma chi siamo noi per giudicare una situazione così delicata? vogliamo solo che lo Stato e il movimento delle famiglie arcobaleno trovino un punto d’accordo.
Agata Ancora e Sofia Rocchio