Vengo io da te di Daniele Nicastro è un libro che risulta gradito agli adolescenti per le tematiche, fra cui spicca quella dei social e dei videogiochi; i rapporti tra i coetanei, i primi amori e l’impatto con le regole della società; insomma, è un libro che parla di amore, videogame, coraggio e crescita.
La storia inizia con la presentazione di Giada e Nico, due ragazzi che hanno creato un forte legame fra di loro negli ultimi mesi di scuola. Arrivate le vacanze Nico sparisce nel nulla. Che fine ha fatto?
Giada, con la sua amica Kikka, si getta nell’avventura per trovare Nico. Nessuno lo conosce veramente o sa dove abiti.
L’unica cosa certa è che il suo avatar è stato visto in un famoso gioco online, D.O.D. Giada odia i videogiochi, ma è decisa: “Se non vieni tu, vengo io da te”.
Giada sa che Kikka è un’amante di D.O.D. il gioco dove è stato avvistato Nico, e quindi cerca il suo aiuto.
A questo punto Kikka e Giada si mettono al lavoro per trovare Nico, ma per giocare a D.O.D. serve una squadra, e comincia quindi la ricerca di altri compagni di gioco.
All’inizio trovano un componente promettente, ROBI, che però dopo svariati giorni abbandona Kikka e Giada perché si rendo conto che concentrandosi per trovare Nico il suo rendimento a scuola è calato.
Kikka e Giada, seppure innervosite dall’aver perso il compagno, non si arrendono e continuano a cercare dei componenti che le possano aiutare a concludere la loro missione. Nel frattempo, però, anche Giada perde colpi nel rendimento scolastico, dorme troppo poco e risponde male ai professori… un disastro!
Tuttavia Giada si allena duramente nel gioco mentre Kikka, dopo svariati provini, riesce a radunare una squadra i cui componenti sono GIADA, KIKKA, JACOPO, GUIDO, IPPOLITO.
Tutti insieme mettono alla ricerca di Nico, fino a quando durante una partita non trovano dei player che si mimetizzano con dei fumogeni: sono i membri della squadra di Nico! E proprio lui, nel bel mezzo della battaglia, si avvicina a Giada per parlarle…….
La storia scorre nelle pagine del libro e si conclude con l’immagine della mano di Giada e Nico che si toccano in segno di sostegno e affetto reciproco.
Lo stile del racconto è semplice e coinvolgente.
Vincenzo Metta