Quando la scuola offre emozioni…
Giovedì 9 Marzo 2023, le classi 3ªD, 3ªH e 3ªE hanno avuto la fortuna di assistere al toccante spettacolo “Ho 10 anni e voglio il divorzio” messo in scena dall’Accademia Oltrepalco – Ricerche Teatrali d Bari.
Il testo teatrale è ispirato ad una delle tante vicende che realmente accadono in alcuni paesi il cui governo non tutela i diritti dei cittadini e soprattutto quelli delle donne.
La protagonista è Nojoud Ali, una ragazza di 10 anni, nata nello Yemen e data in sposa per volere del padre a un uomo di 30 anni. Il marito, diventato il suo nuovo padrone, decide per lei, la picchia, la costringe ad avere rapporti sessuali, la tratta come una schiava, tutto con la complicità dei propri genitori. Passano i mesi. Nojoud piange, vuole rivedere la sua famiglia, ma non può farlo, perché è come prigioniera del marito, che un giorno, tuttavia, le concede inaspettatamente il permesso di ritornare nella casa paterna per qualche ora. La povera Nojoud chiede allora ai suoi di proteggerla e di non farla tornare dal marito, ma loro si rifiutano. Chiede, quindi, aiuto alla seconda moglie del padre, Dowla, che la incoraggia e le dice di andare in tribunale. Nojoud si fa forza, segue il consiglio di Dowla e si avvia, tutta sola, avvolta nel suo velo, verso il tribunale della sua città. Lì trova chi ascolta la sua storia e decide di aiutarla: Shatha Muhammed Nasser, il suo avvocato, la assiste gratuitamente, le fa vincere la causa e la rende finalmente una donna libera!
Gli attori, per quanto giovanissimi, sono stati molto bravi a rappresentare una storia così forte, sul piano del coinvolgimento emotivo, e toccante, per la problematica sociale affrontata, stimolando in noi riflessioni molto profonde. Abbiamo capito quanto siamo fortunati a vivere in un contesto sociale “normale”, mentre altrove, neanche troppo lontano da noi, per denaro le famiglie sono a volte costrette a vendere le proprie figlie.
Abbiamo trovato anche utile il dibattito che è seguito alla rappresentazione, durante il quale, oltre che sulla storia rappresentata, abbiamo posto ai ragazzi della compagnia diverse domande, anche di tipo personale. È emerso, per esempio, che la maggior parte di loro ha iniziato a seguire corsi di teatro in età scolare, dopo aver partecipato a PON a scuola o semplicemente su consiglio dei genitori. Quanto alla scelta dei testi da interpretare sul palcoscenico, abbiamo chiesto se mai qualcuno, di fronte al tema della “sposa bambina” , abbia avuto perplessità o dubbi. È emerso che tutti erano stati subito d’accordo con la loro insegnante e regista, credendo nella funzione del teatro che, attraverso un linguaggio chiaro e diretto, permette di un diffondere importanti messaggi, anche poco espliciti.
Beatrice Stallone e Luca Masanotti