Il 7 febbraio si è tenuta la prima serata di Sanremo 2023 e sul palco, tra i tanti personaggi famosi, ha fatto la sua comparsa Roberto Benigni, attore di numerosi e celebri film tra cui il meraviglioso “La vita è bella”.
Benigni è sempre molto sensibile al tema della guerra e legato ai valori della Costituzione, dai quali ha preso spunto anche per il discorso che ha tenuto a Sanremo.
Preceduto da simpatiche battute di spirito rivolte al presidente Mattarella, il monologo di Benigni ha messo in luce la sua devozione verso la Costituzione, che ha esaltato soffermandosi in particolare sull’importanza degli articoli undici e ventuno.
D’altra parte, però, è scoppiata una polemica sul fatto che pare l’attore abbia incassato un compenso di circa trecentomila euro, per un discorso di appena quindici minuti.
La mia opinione a riguardo è che, nonostante l’impeccabile esecuzione del monologo, l’indiscutibile capacità espressiva di Benigni e l’innegabile commozione della maggior parte delle persone presenti, compreso il presidente della Repubblica, la cifra percepita come compenso sia esagerata.
Non ho potuto fare a meno di pensare all’incoerenza degli organizzatori del Festival che da un lato hanno promosso spunti di riflessione sulla la guerra in Ucraina e sulla situazione disperata di tante persone nel mondo anche vicino a noi e dall’altro hanno pagato così ingenti cifre quando non necessario.
Il risultato è stato che non sono riuscito a concentrarmi appieno sul monologo perché non sono riuscito a non pensare che le parole che uscivano dalla bocca dell’attore e colpivano milioni di cuori avevano un prezzo non indifferente, e forse non potevano essere completamente autentiche.
Federico Trotta