“Di tutte le cose che le donne possono fare, parlare è ancora considerata la più sovversiva”
“Stai zitta” di Michela Murgia, scrittrice e opinionista italiana, oltre che un libro, è uno strumento che evidenzia come il patriarcato sia ancora fortemente radicato nella nostra società, nella quale il ruolo “inferiore” della donna viene imposto soprattutto attraverso il linguaggio, specchio del pensiero di massa.
Questa realtà scomoda è raccontata, o meglio spiegata con l’analisi di 9 frasi che le donne si sentono dire dagli uomini col fine di sminuire la loro persona, il loro ruolo e le capacità.
Vi spiego meglio: Fareste mai ad un uomo un complimento per il fatto che oltre a fare carriera è un buon padre?
Le donne in carriera con figli, vengono talvolta elogiate non tanto per la professione, quanto per il ruolo di “mamma”, come possiamo notare spesso nei titoli di giornale “L’assessore è mamma di due figli” La mamma-razzo vince i 100 metri” “Giovane mamma muore a 32 anni”.
Pur di non ammettere l’importanza di una donna, la società ha bisogno di evidenziarne il ruolo materno rendendola così in un certo senso più “umana” oppure chiamandola col nome di battesimo, dandole del TU e mettendo l’articolo determinativo davanti al cognome, tutto per farle perdere credibilità.
Per abbattere questi pregiudizi assolutamente infondati che ahimè ci portiamo dietro da secoli, è necessario uno scatto di mentalità, da parte non solo degli uomini, ma anche di noi ragazze e donne, rendendoci conto delle ingiustizie che ogni giorno, pur non rendendocene conto, ci troviamo ad affrontare, e che soprattutto, non sono solo parole.
Questo libro ha un’ambizione: che fra dieci anni una ragazza o un ragazzo trovandolo su una bancarella, sorrida pensando che queste frasi non le dice più nessuno.
Sara Medici