Bari, 25/12/2022
Cara Antonella,
quest’anno avresti compiuto diciotto anni, ma non è andata come previsto.
Succede di sentirsi abbandonata da tutti, di tentare di urlare senza mai essere ascoltata e compresa, di sentirsi come un pesce rosso in mezzo a tanti squali, di guardarsi allo specchio la mattina e piangere perché ‘non potrai mai essere come le altre’.
E’ capitato anche a me, sono addirittura passati nella mia mente brutti pensieri, ma mi è bastato ricordare che non sono sola in questo mondo e che per salvarsi basta avere la forza e la determinazione di cercare qualcuno in grado di aiutarci.
Cara Antonella, ormai ciò che è accaduto non può essere dimenticato, ma si può impedire che accada di nuovo. I tuoi genitori, dopo la tua morte, hanno fondato un’Associazione affinché noi ragazzi, studenti ma soprattutto esseri umani, con un cuore, con lacrime di gioia e di dolore e con le incertezze che ci assalgono, possiamo imparare a vedere la luce del sole tra le tenebre.
Non dobbiamo mai mollare la salda presa di chi è pronto ad aiutarci, quando siamo stanchi di lottare per qualcosa che ci sembra così lontana e difficile da raggiungere.
E’ in questo momento, proprio mentre stiamo per cadere giù dal dirupo, che dobbiamo mettercela tutta; perché la vita è troppo bella per cadere giù da un burrone.
So come ti sei sentita nel momento in cui lo hai fatto. Non riuscivi a trovare qualcuno che fosse disposto ad allungare la mano per dare un senso alla tua esistenza, o per lo meno eri convinta che nessuno ti avrebbe compresa.
Dovremmo imparare a tenere sempre l’orecchio in ascolto verso chi ha bisogno.
Così che le uniche cose a cadere dal dirupo saranno l’indifferenza e la cattiveria immotivata.
Come stai?
E’ la cosa che ci viene spesso chiesta, io per prima rispondo solo ‘bene’; perché temo che nessuno vorrebbe essermi amico se iniziassi a parlare dei miei problemi.
Sono la prima che, a volte, si sente diversa, non voluta, che prova ad assomigliare agli altri per non essere esclusa, che ha dimenticato com’è essere se stessa pur di non rimanere sola.
Non riesco a dire ad alta voce questi concetti e sono sicura di non essere l’unica, però mi dà conforto sapere di non essere sola. Questo mi aiuta ad andare avanti; sono certa che parlare con un amico o con un adulto verso il quale si nutre fiducia, serva.
Invito tutti a non tenere i propri problemi chiusi nella cassaforte dell’anima.
Ho visto un video un po’ di tempo fa che mostrava come, tenendo un bicchiere d’acqua in mano per qualche secondo non accadesse nulla; per qualche minuto, l’arto iniziava a fare male; per ore, il nostro braccio rimaneva paralizzato.
I problemi e le insicurezze che abbiamo dentro di noi sono come quel bicchiere d’acqua.
Non lasciamoci paralizzare dai nostri problemi.
Più li terremo dentro di noi più faranno male, fino a quando non sopporteremo più il dolore.
Impariamo a lasciare il nostro bicchiere in modo tale da lasciare andare anche la nostra sofferenza.
A presto
Giulia Della Marca