La mattina del 10 Novembre, in qualità di inviati del nostro web giornale, siamo andati alla presentazione del libro “Come un clown”, che si è tenuta nella nuova sede del Consiglio Regionale della Puglia. La struttura è situata in uno spazio che ospita anche altri palazzi dedicati all’amministrazione della regione: come hanno fatto presente all’inizio della presentazione, gli edifici sono trasparenti affinché tutti i cittadini possano vedere cosa succede al loro interno.
Il libro che è stato presentato è stato scritto da Simona Giordano, ricercatrice universitaria che ha combattuto contro uno tra i più grandi e, purtroppo, pericolosi disturbi alimentari: l’anoressia.
Ha vissuto in Francia per diversi anni e la considera come una seconda patria.
Il romanzo è stato pubblicato da Les Flâneurs Edizioni, editore locale, e racconta la storia forte ma semplice che ha anche un significato molto profondo. Questa vicenda parla della disavventura di Simona contro l’anoressia che ha caratterizzato una lunga parte della sua vita (25 anni). L’idea di raccontare la sua esperienza le è venuta qualche anno dopo la dimissione dall’ospedale, quando una sua amica, Simona Vizzoni, le propose di fotografarla per un suo album fotografico; da lì è nata l’idea di un libro composto dalle sue parole e dalle immagini dell’amica.
Abbiamo discusso della struttura del libro e come ogni capitolo inizi con una ricetta, facilmente riproducibile a casa, collegata ad un “ricordo madre” dell’autrice. Queste pagine riempiono il libro di odori e sapori che difficilmente si dimenticano, il suo scopo è quello di offrirci un aiuto tramite un’esperienza senza veli, una tragedia che va a chiudersi con la cura e la libertà di stare bene nella propria pelle.
L’autrice parla, tra le pagine del suo “diario di vita”, di come bisogna conoscere la vita degli altri, che, anche se noiosa, triste, malinconica, è comunque una vita da scoprire e assaporare; la nostra visione del mondo è come un osservatorio di vite, dovremmo osservare l’universo che si muove intorno a noi come ha fatto Simona Giordano nel suo libro, come dice il famoso scrittore latino, Terenzio, “Io scrivo commedie perché io sono un uomo e ciò che è degli uomini mi riguarda.”
“Una tavoletta di cioccolato fondente, amaro, non è per tutti, il cioccolato fondente è difficile, il cioccolato è difficile da amare ed io lo amo.” L’autrice, attraverso la metafora del cioccolato, vuole dirci che alcuni momenti della vita e forse la vita stessa, a volte, non sono per tutti, e che i giudizi altrui sono amari e restano attaccati come il cioccolato sul palato, mettendo a nudo la nostra fragilità.
Simona, la chiamiamo per nome perché alla fine del suo racconto non eravamo più estranei ma vicini e sulla stessa lunghezza d’onda, ha intitolato così il libro perché il clown l’ha sempre attirata per la sua capacità di farsi ascoltare da tutti ma, sin da quando era piccola, ha anche suscitato in lei un po’ di inquietudine a causa del sorriso malinconico che porta sempre con sé: il clown mette a nudo se stesso durante le sue esibizioni ed è proprio quello che fa lei nel corso del suo racconto.
È arrivata all’anoressia perché non aveva il coraggio di chiedere aiuto quando non stava bene con se stessa, si era creata un scudo di ossa e credeva di potercela fare da sola.
Ha capito che doveva riprendere la sua vita in mano quando si è ritrovata in un ospedale in fin di vita a centinaia di chilometri da casa senza nessun conoscente vicino.
Ora ha completamente superato il problema, ma non è stato facile da subito; il suo è stato un cambiamento progressivo di cui inizialmente non si era neanche accorta. Ora non conta più neanche le calorie, ma sta comunque attenta a mangiare cose salutari e che non abbiano effetti negativi sulla sua salute.
Ha deciso di scrivere il libro per far sapere a tutti la verità, avevano etichettato lei e la sua famiglia con aggettivi impropri che non le stavano bene.
Al pensiero di non essere la figlia o l’amica perfetta si sentiva molto male e l’unico modo per sentirsi tale era quello di provare a scomparire e ci stava riuscendo fino a quando non l’hanno aiutata. Ha trovato la forza per andare avanti nella certezza di avere qualcuno vicino.
Lo sguardo di chi ti vuole aiutare lo riconosci perché non ti giudica, non si gira dall’altra parte, rimane e con quello sguardo ti fa capire “io ci sono”, “io resto”.
Alla fine della conferenza, Simona ci ha lasciato diversi importanti consigli e messaggi:
-Io non sono stata anoressica, ho avuto l’anoressia.
-Parlate sempre con gli adulti di cui avete fiducia.
-Invito tutti, ma soprattutto i ragazzi, a riconoscersi in difficoltà quando hanno problemi di questo genere, e a non nascondersi.
-Chiedete aiuto senza esitare, appena capite che state inziando a rifiutare il vostro corpo.
-Si cresce sia conoscendo il brutto, che conoscendo il bello.
Questa giornata ha cambiato molto il modo di vedere le cose, soprattutto in questo ambito, e siamo molto felici di aver avuto modo di conoscere dal vivo qualcuno che non si è arreso e che è riuscito ad uscire da un serio problema e a costruirsi una vita di cui adesso è molto felice.
Ringraziamo Simona di questa magnifica giornata e speriamo di rivederla presto; chissà, magari a scuola!
“NON C’È NOTTE TANTO LUNGA E BUIA DA NON PERMETTERE AL SOLE DI RISORGERE”
Jim Morris
Alice Ruscigno, Alessandro Trotta, Sara Lampignano, Agata Ancora, Nicole Lamuraglia, Carlotta Adduci, Giuseppe Abbrescia, Veronica De Luca