Possiamo affermare quasi con certezza che tutti i ragazzi che possiedono una console per videogiochi hanno almeno un videogame di guerra. Questi, infatti, sono tra i passatempi più comuni tra i ragazzi, e spesso fanno vivere in prima persona epoche o eventi storici della vita dell’uomo.
Negli ultimi anni, hanno conquistato il favore dei videogamer perché offrono la possibilità, anche se virtuale, di correre, vincere, sfogarsi, insomma, ma anche di aumentare la propria capacità di progettare secondo un ragionamento strategico. La realtà immaginata e trasmessa dallo schermo diventa qualcosa di vissuto in prima persona, e chi gioca finisce per sentirsi un soldato pronto a combattere e fare di tutto per aiutare i propri compagni con l’unico obiettivo della vittoria!
Uno dei nostri videogame di guerra preferiti è “ Fortnite”, il gioco di sopravvivenza in cui 100 giocatori combattono l’uno contro l’altro finché uno solo dei protagonisti, dopo aver ucciso tutti i suoi rivali, resta l’unico vivo e vince.
In questi giorni, però, vedendo le immagini della guerra in Ucraina, dei bombardamenti e della gente che soffre e muore, ci riesce difficile divertirci giocando a questo gioco che fino a poco tempo fa appariva entusiasmante…
La guerra, purtroppo, non è sempre solo un gioco, e forse, sarebbe giusto sostituire i videogame di guerra con altri giochi, per rispettare tutti coloro che la guerra la vivono veramente e non per divertimento.
Gabriele Capriati e Aurelio Zonno