Le fake news sono una costante dei nostri giorni, sono notizie false che fanno il giro del mondo arricchendo le nostre menti di bugie. Ci capita di sentirle ovunque, al supermercato, in condominio, in famiglia….. Quante menzogne si raccontano a volte, per mascherare la verità o anche solo per vantarsi di qualcosa? E un luogo dove spesso, purtroppo, le bugie/fake prendono vita è proprio la scuola: qui un semplice scherzo, una parola detta all’insegnante, una presa in giro vengono divulgate e talvolta diventano addirittura strumenti di bullismo. Verrebbe a questo punto da chiedersi quante volte siamo proprio noi gli artefici, consapevoli o inconsapevoli, della diffusione di false notizie.
Certo è che, oltre alla scuola, ci sono anche il web e in particolar modo i social a rappresentare i veicoli più utilizzati per diffondere le fake. Basta un sito non certo o non sicuro, un post, una storia, anche solo un like e automaticamente una notizia diventa reale e virale. A questo punto è solo grazie alla nostra cultura e alla nostra intelligenza che possiamo decidere se crederci o meno. A tal proposito, un valido contributo proviene dal mondo dell’editoria, in particolare dal libro Fake, non è vero ma ci credo di Daniele Aristarco. In esso l’autore affronta l’argomento con molta sincerità e ironia, e spiega il significato delle cosiddette “bufale”, considerate come bugie insidiose e molto seducenti, in grado di annebbiare le nostre menti e di portarci anche a cambiare idee o abitudini. Il libro, validissimo per i ragazzi ma adatto anche agli adulti, potrebbe aiutare a orientarsi nella realtà e a poterla migliorare, come giustamente afferma lo scrittore.
Potremmo credere che le fake news siano una caratteristica delle società moderne; in realtà risalgono ai tempi degli Egizi, dei Greci e di tutte quelle popolazioni che credevano nei loro miti: questi popoli, infatti, avevano testimonianze certe e affidabili su cui basare la loro credenze? Assolutamente no!
Ovviamente nella realtà attuale le fake sono più sofisticate e, soprattutto, provengono da fonti innumerevoli e diversissime. Pensiamo, ad esempio, alla pubblicità in TV: anche cercare di far apparire un prodotto magnifico per convincere il pubblico a comprarlo e a provarlo illudendo chi ascolta, infondo alimenta vere e proprie fake. O pensiamo a bufale diffusissime quella del Blue Monday, che tutti conosciamo come la giornata più triste dell’anno, o quella del lago di Loch Ness in Scozia, secondo cui nei fondali più bui vive un mostro (Nessie) che molti affermano di aver visto. Elencare tutte le fake esistenti sarebbe impossibile, dato che negli anni si sono accumulate e spesso sono diventate “vere”, come le bugie sugli immigrati che ci rubano il lavoro, sull’esistenza degli alieni, sui coccodrilli nel sistema fognario di New York… Anche le famose Catene di Sant’Antonio che girano su WhatsApp sono bufale: chi le diffonde fa perno sulla credulità della gente inducendola a compiere azioni ridicole.
Come possiamo difenderci? Cominciamo innanzitutto a prendere l’abitudine di informarci da fonti qualificate o attraverso articoli attendibili scritti su giornali di spessore; verifichiamo, confrontiamo, adottiamo un atteggiamento critico.
Persino questo articolo potrebbe essere una fake… pensateci!
Maria Rita Cagnazzi (Liceo delle Scienze Applicate Margherita Hack)