“Il maestro che non ha mai smesso di sorridere”
Ezio Bosso è un pianista e direttore d’orchestra di fama internazionale. Nato a Torino nel 1971 e prematuramente scomparso il 15 maggio 2020, all’età di 48 anni, a causa di una malattia degenerativa, muove i suoi primi passi nel mondo della musica all’età di appena 4 anni mostrando un grande interesse per il pianoforte, un interesse che coltiva soprattutto in famiglia grazie ad una zia e al fratello, entrambi musicisti. Crescendo, la sua passione e il suo talento lo portano a viaggiare continuamente e a vivere tra Londra e Torino, dove collabora a progetti musicali e sociali di grande impatto, affermandosi abbastanza velocemente nel panorama musicale internazionale.
Già a dodici anni, Ezio compone i suoi primi brani di musica classica , a sedici anni debutta in Francia e comincia cosi ad esibirsi nei teatri di mezza Europa. Negli anni ’90 partecipa a numerosi concerti sulla scena internazionale: “Royal Festival Hall”, “Southbank Centre”, “Sydney Opera House”, “Palacio de Bellas arte di Città del Messico”,“ Carnegie Hall “,“Auditorium Parco della Musica”, arrivando ed essere nominato Direttore del “Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste” e a ricevere ben due nomination al David di Donatello per le musiche di “ Io non ho paura” e “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores.
Dal 2017, Ezio Bosso è stato testimone e ambasciatore di diverse associazioni e di progetti sociali ed educativi nazionali e internazionali importanti. Ricordiamo l’“Associazione Mozart 14”, voluta dal Maestro Claudio Abbado, il progetto “Tamino”, che aiuta con la musicoterapia i piccoli pazienti del Policlinico Sant’ Orsola-Malpighi di Bologna, il coro di uomini e donne “Papageno” nella Casa Circondariale Dozza di Bologna, il progetto “Leporello“ per i ragazzi reclusi nel carcere minorile del Pratello di Bologna e il “Coro Cherubino” che accoglie bambini e adolescenti, anche disabili”. Quella del maestro Bosso è stata anche una battaglia civile per il riconoscimento della musicoterapia come vera pratica clinica.
Purtroppo, all’apice della sua meravigliosa carriera, nel 2011, Ezio Bosso viene colpito da una grave malattia neurodegenerativa, simile alla sclerosi multipla, che lo rallenta molto nei movimenti ma non riesce a frenare la sua straordinaria voglia di suonare: infatti, nonostante l’aggravarsi della malattia, Bosso non si perde d’animo e addirittura, attraverso tanto allenamento assistito da medici specializzati, riapprende a suonare, a parlare e, come lui stesso ha affermato, a vivere la musica non come un tesoro personale ma come continua condivisione, perché
“ la musica è come la vita, si può farla solo insieme”.
FABRIZIO PAPA